lunedì 8 febbraio 2016

Tra i baci e la Cina ci sono i direttori

Il punto del direttore del 7 febbraio 2016

L’Umbria ha ottenuto la ribalta nazionale, per una volta in senso positivo, grazie alla fiction sulla vita di Luisa Spagnoli, una grande imprenditrice trascurata il giusto per la miopia di chi non sa apprezzare i meriti, straordinari, di una donna vissuta in altri tempi ma di una modernità senza pari. Sarebbe il caso, oltre che doveroso, tributarle il giusto riconoscimento per quanto fatto. Il grande schermo alla Sala dei Notari e la rotatoria sono sempre meglio di niente ma, considerati lo share e il risalto di una figura così importante, risultano oggettivamente troppo poco. Su questo ci torneremo. Dalla fiction alla realtà il passo è breve e anche, purtroppo, non esaltante.
E veniamo ai fatti della politica che hanno tenuto banco. Due soprattutto. Il primo potrebbe avere per titolo “Dalla Cina con furore”. Perché in consiglio regionale è stata discussa l’interrogazione del centrodestra sul viaggio del consigliere politico della presidente che in missione istituzionale ne ha approfittato per dare un’occhiata al suo stand di vini. Una leggerezza o un peccato veniale o una grave inopportunità. Forse niente altro ma più che abbastanza per alzare il polverone politico che si è trasformato in bagarre nell’aula di Palazzo Cesaroni. Andiamo per ordine. Tutto è cominciato quando il centrodestra ha segnalato che il consigliere Valentino Valentini in viaggio in Cina per conto della Regione si è interessato anche degli affari della sua azienda vitivinicola. Apriti cielo, dichiarazioni al fulmicotone, difese a spada tratta e polemiche a iosa. Poi la faccenda è finita in consiglio e l’assessore allo sviluppo economico Fabio Paparelli ha riferito che Valentini lo ha aiutato nel lavoro istituzionale senza fare alcuna attività di promozione commerciale. Il centrodestra, insoddisfatto della spiegazione, ha chiesto alla Marini di revocare l’incarico al suo consigliere-imprenditore. E qui gli animi si sono ancora di più esacerbati, la discussione è continuata nel tardo pomeriggio con una presidente furibonda con mezzo Palazzo, tra ufficio di presidenza, centrodestra e grillini che continuavano a pungerla sull'incompatibilità. I decibel delle parole della Marini erano altissimi, le frasi un po’ sopra le righe e un’arringa da pasionaria verso il suo consigliere. Ha rivendicato trasparenza e correttezza, aggiungendo che non ci sta a far passare la giunta come un accattone e che se ci sono state violazioni se ne dovrebbe interessare la Corte dei conti e non l’opposizione. Detto fatto, il centrodestra ha dato retta alla Marini e ha trasmesso il giorno dopo un esposto alla magistratura contabile. Ora l’equilibrio sta nel mezzo, come la verità, ma la polemica politica ci sta tutta e non ci si dovrebbe meravigliare più di tanto. Perché se l’opposizione non svolgesse il suo ruolo di controllo e di pungolo non avrebbe senso la sua presenza lì. Perché se la maggioranza non difendesse le sue azioni farebbe meglio a ritirarsi. Detto questo, rimane però un’esigenza di fondo e nemmeno minuscola, e cioè che i cittadini umbri hanno il diritto di sapere come sono andate le cose e la preoccupazione di chi amministra dovrebbe essere di dimostrare con i fatti che le missioni e i viaggi istituzionali sono organizzati e svolti nel nome dell'interesse generale. Con trasparenza e correttezza, appunto, perché parliamo di denaro pubblico. Il secondo fatto risponde al capitolo sanità. La premessa: l'atmosfera è calda, anzi caldissima per le prossime nomine dei vertici delle strutture sanitarie. L'assessore al ramo Luca Barberini ha annunciato che procederà per il cambiamento, una linea che a parole tutti approvano ma poi in concreto ci sono resistenze forti come l’acciaio. È già esploso, anche se fino a ora con molto savoir faire, il braccio di ferro con Palazzo Donini che non perde occasione per ricordare che le nomine alla fine sono di competenza della presidente. In questo quadro la richiesta da parte del centrodestra di parlane in aula, in riferimento a due punti particolari, la valutazione sugli apicali uscenti e i criteri per i nuovi che dovranno essere individuati entro il mese. Su questo l’assessore si è già dichiarato disponibile e questo è un punto a favore dei richiedenti e contro coloro, come il segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli, che vorrebbero non fare alcun passaggio in consiglio perché ritenuto inutile e superfluo. Ora il "boccino" è nelle mani della presidente dell’assemblea Donatella Porzi che nel suo ruolo di terzietà dovrà decidere insieme ai capigruppo quando calendarizzare l’istanza dell'opposizione. Certo, arrivare a ridosso delle nomine per aprire una discussione appare pretestuoso visto tutto il tempo che c’è stato. Ma è altrettanto vero che i consiglieri hanno tutto il diritto di confrontarsi su un argomento, decisivo per la salute dei cittadini, come la sanità che rappresenta l'ottanta per cento del bilancio regionale. A parte le chiacchiere e le schermaglie politiche, nel rispetto dei ruoli, va fatto, anzi ribadito, un auspicio, e cioè che i prossimi vertici delle istituzioni sanitarie umbre siano scelti sulla base di un solo e unico criterio, quello della competenza e del merito. Gli altri parametri, le appartenenze e gli appoggi, siano accantonati perché sulla salute della comunità, quindi sulla pelle della gente, non si deve scherzare. 
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it



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