lunedì 29 febbraio 2016

Unioni civili, un passo avanti

Editoriale Radio Onda Libera del 25 febbraio 2016

Siamo vicini all'approvazione della legge sulle unioni civili. La maggioranza ha trovato l'accordo sul maxiemendamento e il governo ha posto la fiducia, stasera la votazione a palazzo Madama, al Senato. Quella di ieri è stata una giornata incandescente, tra polemiche e manifestazioni in piazza. Dal testo dell'emendamento spariscono la stepchild adoption e l'obbligo di fedeltà, ma resta il mantenimento in caso di cessazione dell'unione, così come era già previsto nel testo del ddl Cirinnà. Viene prevista la separazione 'lampo', da fare davanti all'ufficiale di stato civile.

Sono questi i punti principali del maxiemendamento del governo al ddl sulle unioni civili. Nel testo inoltre si specifica anche che per lo scioglimento dell’unione civile non è necessario il giudice e si disciplina che, sulle adozioni, “resta fermo quanto previsto dalla legislazione vigente”. In seguito la maggioranza si è impegnata a presentare un disegno di legge sull'adozione del figlio del partner. E su questo, il punto più critico, si è trovato l'accordo tra il Pd e il Nuovo centro destra di Alfano e il resto dei cattolici presenti in Parlamento.
Ora qualche considerazione sull'aspetto politico. Allora, detto che la legge sull'unione civile è richiesta dall'Unione europea, che più volte ha richiamato l'Italia a mettersi in regola e detto anche che si tratta di una questione di civiltà giuridica disciplinare situazioni di fatto, riteniamo la nuova legge un grande passo avanti visto che da almeno dieci anni se ne parla, visto che tra "dico" e "pacs" nessun governo e nessun Parlamento erano riusciti a portare a casa uno straccio di legge. Certo, c'è chi obietterà che si tratta di un provvedimento di compromesso, di ricatto della Chiesa a togliere la parte più spinosa, quella delle adozioni, e quindi si tratta di una legge monca, non all'altezza delle aspettative. Sarà anche vero, ma proprio conoscendo le resistenze e le battaglie fatte dalla Chiesa per impedire l'approvazione di questa legge, ricordiamo le ingerenze dei vescovi che a gamba tesa sono arrivati a interessarsi di politica e di lavori parlamentari, allora il riconoscimento delle unioni civili è comunque un successo, un fatto storico. Certo, poi Renzi avrebbe potuto fare di più ma meglio portare a casa un risultato anche minimo che sbaraccare il tavolo e rinviare per l'ennesima volta il tutto.

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