lunedì 29 febbraio 2016

Una crisi senza precedenti

Editoriale Radio Onda Libera del 24 febbraio 2016

A una settimana dalla crisi sulla sanità, non si vedono spiragli di ricomposizione. anzi gli animi sono sempre più tesi. Ieri c'è stato il gruppo consiliare Pd e c'è stata una fumata nera. Nel corso dell'incontro è stato chiesto all'ex assessore alla sanità Barberini di rientrare in giunta, mentre i bocciani hanno insistito per l'azzeramento delle nomine, a cominciare da quella di Orlandi, il manager che da vent'anni è ai vertici della sanità umbra.
La presidente Marini vuole il chiarimento politico, sapere su quale maggioranza può contare prima di portare in consiglio due atti come il bilancio regionale e la finanziaria.
Oggi altra giornata di incontri, più o meno ufficiali, domani sera la segreteria regionale del Pd si riconvoca con lo stesso tema all'ordine del giorno. Questo lo stato dell'arte di una crisi senza precedenti, fatta nascere al buio, per un atto di forza e senza prevedere le conseguenze. Un segno di immaturità politica, con tutto il rispetto, perché va bene dimostrare al mondo chi comanda ma tirare a tal punto la corda fino a romperla e non valutare gli effetti, cioè le dimissioni di un assessore significa non essere stati lungimiranti. E in politica scelte del genere si pagano perché ora ricomporre il quadro significa che qualcuno deve fare un passo indietro o avanti se volete. E chi, convinto di stare nella ragione, lo farà? E il tutto su che cosa? Sulle nomine nella sanità dove la presidente ha imposto i suoi nomi e l'assessore si è dimesso perché ha sostenuto di non condividere scelte di conservazione. E così la battaglia si è spostata su chi voleva il cambiamento e chi i soliti vecchi nomi, come Orlandi.
L'unica strada per una via d'uscita sarebbe veramente l'azzeramento delle nomine, sgombrare il tavolo dai nomi e dai cognomi e cominciare da capo. Ma questo significa sconfessare una linea. E visto al punto in cui siamo arrivati, alla brutta figura che abbiamo fatto, è dura per chiunque fare un passo indietro. Detto ciò, le opposizioni tutte, più o meno con sarcasmo o con comunicati pesanti, criticano la maggioranza e invocano le dimissioni, quindi nuove elezioni.
Certo, se non si uscirà dall'impasse quella è una strada percorribile ma c'e chi confida che i consiglieri regionali difficilmente voteranno per tornarsene a casa. L'indennità fa gola a tutti, non tutti si chiamano Barberini.


Nessun commento:

Posta un commento