martedì 2 febbraio 2016

Cosa insegna la strage di Vaiano

Editoriale Radio Onda Libera dell'1 febbraio 2016

Oggi ci occupiamo della tragedia di Vaiano, del padre che ha ucciso a coltellate i due figli, di 13 e 8 anni, e che poi si è suicidato gettandosi in un pozzo, dopo aver ferito anche la moglie che è riuscita a scampare alla strage. Un fatto di sangue, un terribile fatto di sangue che sabato ha sconvolto la piccola frazione del comune di Castiglione del Lago e l'intera regione.
Le cause che hanno armato l'uomo sono da ricercare nella sua mente, soffriva di depressione, e nelle difficoltà economiche che gli facevano temere di non poter mantenere la famiglia. E su questo sarebbe opportuno che ci si interrogasse, chiedendoci se questa strage poteva essere evitata. Perché i segnali di un disagio, di un profondo malessere, c'erano tutti. La famiglia era seguita dai servizi sociali e dalla Caritas, lui era in cura per la sua instabilità mentale, la gente della comunità sapeva, sapeva e come viveva, certo nessuno poteva immaginare che in una mattinata la mente di un padre facesse black out facendolo diventare l'assassino dei propri figli.
Ma proprio perché i segnali c'erano ed erano evidenti forse qualcosa in più poteva essere fatto per salvare la vita a quei due poveri bambini innocenti, che non avevano alcuna colpa se non quella di essere nati in quella famiglia. Insomma un minimo di responsabilità collettiva ma anche individuale ce la dobbiamo sentire addosso: vanno bene le dichiarazioni di vicinanza e di dolore, vanno bene le promesse di aiuto alla moglie dell'uomo autore della strage, ma per favore fermiamoci a riflettere e magari ad attrezzarci in concreto per far sì che queste stragi non accadano più, che la rete della solidarietà e della prevenzione funzioni in una regione una volta a misura d'uomo.
La strage di Vaiano non è un fatto di sangue da circoscrivere nell'ambito delle mura domestiche, è una tragedia che, come abbiamo scritto sul Corriere dell'Umbria ieri ci riguarda, ci riguarda tutti, nessuno escluso.


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