mercoledì 17 febbraio 2016

Sanità, manovre e grandi tensioni

Editoriale Radio Onda Libera del 16 febbraio 2016

Sulle questioni della sanità si sta verificando un braccio di ferro senza precedenti nel palazzo più alto della politica umbra. A notte fonda è finito un vertice della giunta regionale sul tema, che si è concluso con una fumata nera. I nomi dei nuovi direttori generali di Aziende ospedaliere e unità sanitarie non sono venuti fuori. Una seduta fiume, cominciata nel pomeriggio, accesa e dai toni alti, con l'assessore competente Barberini che ha lasciato la riunione intorno a mezzanotte e che da indiscrezioni pare stia pensando alle dimissioni.
La tensione è alle stelle e tra mezz'ora la giunta si riunisce di nuovo, convocata in seduta straordinaria. Poco dopo le due di notte è arrivato il comunicato con un'altra mandata di nomine, i direttori generali dell'amministrazione. E alla guida della direzione generale c'è Orlandi, l'uomo della discordia, sul cui ruolo si è innescato il braccio di ferro tra la presidente della Regione Marini e l' assessore competente e sulla cui sistemazione traballa la giunta.
Insomma la storia è questa: Barberini vuole il rinnovamento, quindi sostituire i vertici della sanità soprattutto perché ci sono casi come quello di Orlandi che da quasi vent'anni fa il manager, la Marini non vuole mollare Orlandi e se proprio deve lasciare l'azienda lo vuole in un posto chiave, e forzando la mano e mostrando i muscoli lo ha messo alla direzione regionale della salute.
Tra poche ore la seconda puntata di questo scontro istituzionale senza precedenti. La presidente che non vuole cedere e ricorda che a decidere è lei, l'assessore che vorrebbe dare un segnale chiaro di cambiamento ma non gli viene permesso. Insomma sul tema della sanità continuano le grandi manovre, invece di pensare a cosa serve veramente per garantire la qualità dei servizi sanitari. Un ultimo appunto. In mattinata in consiglio regionale c'é la mozione del centrodestra sui criteri per le nomine dei direttori generali, la giunta vuole disinnescare il dibattito arrivando in aula con il pacchetto di nomine. Non è proprio un gesto garbato di rispetto istituzionale. Ma tant'è, questo è il livello della politica.


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