mercoledì 1 aprile 2015

Meredith uccisa un'altra volta

Editoriale Radio Onda Libera del 30 aprile 2015

Oggi parliamo della sentenza per il processo Meredith, sentenza che ha stabilito l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. La notizia ormai è nota, la giovane studentessa inglese è stata uccisa solo da Rudy Guede, condannato definitivamente, che sta scontando sedici anni  di reclusione. Ma su questo punto torneremo perché qualcosa non torna.
Così dopo quasi otto anni dal delitto e cinque processi, è stata scritta la parola fine su questo caso che ha inferto un duro colpo all'immagine di Perugia. Così i due ex fidanzatini sono stati completamente scagionati, dopo verdetti completamente opposti pronunciati da diversi giudici.
La sentenza della Cassazione è destinata a far discutere, anzi sta già facendo discutere per una serie di motivi. Il primo, ma senza un ordine di priorità, è perché la giustizia italiana non è riuscita a fare piena luce sull'omicidio di Meredith. Il secondo perché si comprende male una sentenza di assoluzione, dopo una precedente di condanna, e prima ancora di proscioglimento e ancora prima di colpevolezza. Il terzo perché Rudy, secondo altri giudici, è colpevole ma non era solo, ha ucciso in concorso la povera Meredith. Ma a questo punto, in concorso con chi se gli unici due imputati sono stati assolti? Vuol dire che gli altri assassini sono in circolazione. Quarto: la famiglia di Meredith, chiusa in un dolore senza fine, ha fatto sapere di essere choccata per la decisione perché si è vista respingere la richiesta di verità, perché resterà un mistero la morte della loro povera Meredith.
Per ragioni di tempo non ci possiamo dilungare, ma gli interrogativi sono tanti, premesso che una cosa deve essere chiara. Se non ci sono le prove nessuno può e deve essere condannato. questo è un pilastro del nostro Stato di diritto. Non si manda in galera qualcuno solo perche bisogna trovare un colpevole a tutti i costi, nei casi di omicidio e in genere per tutti i resti a pagare deve essere il colpevole.
Ma è altrettanto vero che la giustizia non è giustizia se non è capace di fare chiarezza, di trovare la verità sulla tragica fine di una studentessa a cui son stati strappati la vita e il futuro. Immaginiamo se la povera Meredith fosse la nostra figlia, la nostra sorella, la nostra amica... non è possibile morire perché sei venuta a Perugia a studiare. E non è possibile non sapere cosa successe quella notte del primo novembre del 2007, non è possibile lasciare tutto nel mistero. E' come se Meredith venisse uccisa una seconda volta, sarebbe come oltraggiarne la memoria.

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