domenica 19 aprile 2015

Pd e legislatura "appesi" all'Italicum

Editoriale Radio Onda Libera del 15 aprile 2015

Parliamo di legge elettorale: è appesa a un filo l'unità del partito, il Pd, e anche la tenuta della legislatura. Soltanto dopo l'assemblea del gruppo con il premier sarà possibile sapere se la spaccatura è destinata a aggravarsi oppure ci sono margini per una ricomposizione. La minoranza chiede modifiche sostanziali all'Italicum minacciando di votare no in aula a Montecitorio. Renzi risponde per le rime attento a non rompere, anzi auspicando di non rompere, e avvertendo che la legge elettorale non è il Monopoli, ora è il momento di decidere.
Insomma c'è aria di scissione, anzi torna il fantasma della rottura, tra minoranza, l'Area riformista, e i renziani, e stasera è in agenda la resa dei conti all'assemblea.  Anche se i tentativi di mediazione sono molteplici, continui e paiono anche un po' disperati, sempre se le parti in causa manterranno le posizioni. Perché, e questo è il retroscena più probabile, se la legge elettorale inciamperà alla Camera e non avrà i numeri per andare avanti, Renzi potrà salire al Quirinale da Mattarella e aprire la crisi di governo con tutto quello che ne conseguirebbe, comprese le elezioni anticipate. C'è da dire che l'arma della cosiddetta pistola carica di fine della legislatura è stata più volte minacciata da Renzi per garantirsi i voti. Vedremo tra poche ore che cosa succederà.
E mentre la politica continua a esibirsi nei suoi soliti siparietti, il debito pubblico continua a salire, a salire di mese in mese. È stato fornito il dato di febbraio, ed è di 2.169,2 miliardi, il massimo storico, una cifra spaventosa, rispetto a gennaio l'incremento è stato di 3,3 miliardi. Numeri che fanno rabbrividire, che testimoniano che la politica economica non sta producendo frutti, non va nella direzione di contenere la spesa pubblica e quindi ridurre la pressione fiscale. Intanto i nostri politici continuano a chiacchierare, a promettere riforme strutturali e serie contro la crisi economica, a non mantenere le promesse e a spendere e spandere.


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