domenica 19 aprile 2015

Crolla anche la poltrona di Ciucci

Editoriale Radio Onda Libera del 14 aprile 2015

La notizia del giorno sono le dimissioni di Ciucci dalla presidenza dell'Anas. Lui si è dimesso, ha spiegato ieri, perché scaricato e in un certo senso costretto dal governo e dal nuovo ministro delle Infrastrutture, Delrio. Ha lasciato per non essere cacciato, una mossa meno dolorosa e concordata, per altro anche annunciata dal momento che negli ambienti vicini al presidente del consiglio si auspicava un passaggio di testimone da parecchio tempo.
Le ultime polemiche, gli ultimi fatti, compresa l'inchiesta sulle Grandi opere e le dimissioni di Lupi hanno accelerato la scelta. A pesare anche gli scandali sui viadotti crollati e in generale la gestione della rete viaria italiana, fatta di crolli sì, ma anche di ritardi lunghissimi nei lavori appaltati.
La puntata di "Report" andata in onda domenica è stata pesantissima nei confronti di Ciucci e dell'intera governance dell'Anas, ma ha riguardato anche una strada in costruzione fra l'Umbria e le Marche ad opera della Quadrilaltero, precisamente una galleria ritenuta a rischio crollo perché è stato usato meno cemento del dovuto. Accuse gravissime, lanciate prima da uno e poi da un secondo operaio, che la società ha prima respinto ma sulla scorta delle quali ha poi promosso delle verifiche. E' sconvolgente, se corrisponde a verità ciò che è stato raccontato dai due lavoratori, perché significa che l'opera non è stata fatta in sicurezza e che da un momento all'altro la galleria può crollare. Meglio non pensarci, comunque qualcosa non torna se il cemento pagato è un tot e invece ne viene impiegato meno. In casi del genere non si può ricorrere a nostro avviso al solito meccanismo italiano, quello dello scaricabarile. Al contrario dovrebbe esistere invece il senso di responsabilità: chi appalta i lavori ha il dovere sacrosanto di controllare e di vigilare sui materiali e sul lavoro, pretendere che la qualità e la sicurezza siano garantite.
Le indagini faranno piena luce, ce lo auguriamo per vari motivi: il primo indubbiamente perché vogliamo viaggiare su strade sicure, poi perché sarebbe ignobile speculare su opere pubbliche mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini, infine per una questione di etica dell'economia e di rispetto delle leggi.

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