domenica 26 aprile 2015

Sui profughi risposte a metà

Editoriale Radio Onda Libera del 24 aprile 2015

Il vertice europeo straordinario sull'immigrazione ha prodotto qualche risultato ma ci sono ancora domande senza risposte. andiamo per ordine e vediamo le azioni positive. Triplicate le risorse, si arriva a 9 milioni al mese, si parla di un'equa distribuzione dei profughi ma resta fissato il tetto delle cinquemila unità e si chiede il registro comune dei rifugiati.
La riunione dei Paesi europei ha una valenza politica positiva perché per la prima volta l'Unione non si è fermata alla solidarietà ma ha valutato una serie di misure per fronteggiare l'emergenza nel Mediterraneo. Certo il tutto è avvenuto pensando a quanto successo nel canale di Sicilia, alla strage di centinaia e centinaia di migranti morti sabato notte a poco passi dall'Italia. 
Ma andiamo avanti. Il vertice ha dato l’ok alle misure d’emergenza contenute nel piano e tradotte in tredici punti. Il triplo delle risorse, da 3 a 9 milioni abbiamo detto, il rafforzamento dei mezzi per le operazioni, lo sforzo comune per reinserimenti concordati secondo quote per ciascun Paese. Ma resta fermo a 5mila unita il numero dei richiedenti asilo, una cifra considerata insufficiente dal Viminale se paragonata ai dati secondo cui nel 2015 sono attesi tra i 170mila e i 200mila arrivi. 
Il premier Renzi ha giudicato l’esito del vertice un successo per l’Italia. Per la prima volta c’è un approccio strategico dell’Europa sull’immigrazione. E su questo siamo d'accordo. Come siamo d'accordo nel giudicare positivamente i risultati ottenuti. Ma quello che è stato portato a casa non è risolutivo dell'emergenza perché le misure studiate ci aiutano ad affrontarla meglio, questo se le promesse saranno mantenute, ma la sorte di questi immigrati pare ancora a carico dei Paesi che li accolgono, in prima battuta l'Italia. L'Europa non si è fatta carico di una ricollocazione della massa di esseri umani. Vanno bene gli aiuti, i soldi, le navi, pure i droni, per pattugliare le acque, soccorrere e salvare i profughi ma non vanno bene le dichiarazioni del premier inglese Cameron che assicura l'invio di mezzi; ma le persone salvate rimangano in Italia, non chiedano asilo nel Regno Unito. Eppure l'accordo di Dublino stabilisce che i migranti salvati debbano essere identificati e accolti dal Paese delle navi che li hanno salvati. Sinora il grosso è passato da noi, salvo che ora si pone il problema di dove mettere quelli ripescati da tedeschi e britannici. Chi ne ha tanti, non ne vuole. Come chi ne ha pochi. E Angela Merkel vuole "registrazioni ben fatte per chi arriva". 
Insomma è vera solidarietà quella che arriva dall'Europa? Si avranno mezzi inglesi, belgi, irlandesi, tedeschi, francesi, svedesi, e via dicendo, ma non si è deciso sul ricollocamento dei rifugiati, sul dove li mettiamo dopo averli salvati. Una domanda questa che è scomoda, che rovina il bel piano targato Europa. 

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