martedì 14 aprile 2015

Grandi opere e vecchie "abitudini"

Editoriale Radio Onda Libera del 13 aprile 2015

Oggi parliamo di Grandi opere, opere incompiute e opere ridotte. Il governo ha fatto una scelta, una scelta che lo diciamo subito ci trova d'accordo. Ha deciso di decimare le opere considerate prioritarie. Da 400 a 30. Più che una sforbiciata è un'accettata. Nel Documento di economia e finanza che il consiglio dei ministri ha approvato ieri, l'allegato infrastrutture contiene soltanto trenta "opere prioritarie".
La scelta è innanzi tutto di natura politica, poi vuole essere anche un criterio  più obiettivo e diciamo anche più serio rispetto al passato, quando cioè nell'elenco delle priorità finivano centinaia di opere per le quali non c'erano fondi. Oppure cominciavano con un finanziamento e i lavori si bloccavano.
Ricordiamo che nel nostro Paese sono state stimate quasi settecento opere incompiute. Un numero che fa rabbrividire ma soprattutto indignare. Quando pensiamo che per fare l'autostrada del sole che collega il Nord al sud ci sono voluti appena otto anni, otto anni per oltre settecento chilometri e oggi ci vogliono decenni e decenni per una decina di chilometri. Per non parlare degli scandali e del giro di mazzette che le inchieste di tanto in tanto scoprono nei vari appalti.
Chiudiamo la parentesi e torniamo alla notizia di oggi. Complessivamente, le trenta opere prioritarie valgono 70,9 miliardi di euro. Di questi, 47,9 miliardi sono già disponibili e destinati alle opere dal bilancio dello Stato. Delle risorse disponibili, 6,8 miliardi sono fondi di privati che realizzano le opere in cambio della gestione delle infrastrutture. Le risorse che mancano andranno scovate nei prossimi mesi.
Le infrastrutture ferroviarie sono quelle che ottengono maggiore attenzione, con 28 miliardi, di cui 15 disponibili: si va dalla Torino-Lione alla tratta del Brennero, all’attesa alta velocità tra Milano e Venezia e a quella tra Napoli e Bari.
Le opere stradali valgono 25,2 miliardi di euro, di cui 17,3 disponibili. Il Mose di Venezia vale 5,4 miliardi, mentre le metropolitane di varie città tra cui Roma e Napoli valgono 12,1 miliardi (disponibili 10,3). Ci sono progetti che, dopo l’esclusione dall’elenco, potrebbero essere archiviati come le autostrade Orte-Mestre, la nostra E-45, e la Grosseto-Civitavecchia. e quindi finiscono anche le valanghe di polemiche che li hanno accompagnato in questi anni.
Ora, dopo aver già detto che condividiamo la scelta di indicare le opere da farsi, ci preoccupiamo della fattibilità nel senso che le trenta opere ritenute prioritarie siano veramente tali, e cioè ci si impegni nel realizzarle e soprattutto ci si impegni in tempi giusti, non biblici, a costi congrui, non alterati, e di massima sicurezza, non facendo la cresta per pagare magari mazzette.


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