mercoledì 1 ottobre 2014

Disoccupazione giovanile da paura

Editoriale Radio Onda Libera dell'1 ottobre 2014

Nuovo record per la disoccupazione giovanile. Mentre cala il tasso generale di 0,3 punti percentuali, si registra un nuovo picco per i più giovani. L’Istat nel suo bollettino rileva che il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 44,2%, ed è ancora in crescita di 1,0 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 3,6 punti nel confronto tendenziale. 
Si tratta del dato più alto dal ’77, data di inizio delle serie storiche trimestrali. Una situazione preoccupante confermata anche dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) che nell’ultimo rapporto dice: “Impossibile tornare ai livelli di occupazione pre-crisi”. Un piccolo spiraglio si vede invece in merito al tasso di occupazione generale che ad agosto è stato pari al 55,7%, in crescita di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima.
La situazione non è rosea, questo lo sappiamo. Fa pendant con questa un'altra notizia che merita di essere ripresa. L'Ufficio di presidenza della Camera dei deputati ha approvato il tetto massimo per gli stipendi dei dipendenti, fissato in 240mila euro l'anno. E tra i 2400 lavoratori dei Palazzi romani è esplosa la protesta con minacce di sciopero e ricorsi in tribunale. Comprendiamo le ragioni di chi si vede ridurre la busta paga ma va anche detto che parliamo di stipendi non proprio da fame. L'aspetto scandaloso non sta nell'introdurre oggi i limiti,  ma di aver permesso fino ad ora retribuzioni da nababbi dai barbieri e commessi in su. Solo perché operavano alla Camera e al Senato.
Tutto questo mentre i cittadini comuni si impoverivano e continuano a impoverirsi e mentre la disoccupazione raggiunge quote record a ogni rilevamento.
E la novità delle novità qual è? Pagare il tfr (trattamento di fine rapporto) subito, quattro spiccioli ai lavoratori mese per mese, anziché come liquidazione quando si finisce di lavorare. Onestamente la proposta del governo ci lascia perplessi per due motivi. Il primo dove troveranno le aziende i soldi per pagare subito la quota di tfr? Non sarà un'altra mazzata per spingerle alla chiusura? Secondo motivo, forse la gente dei 100 euro lordi in più in tasca non ha bisogno se continua ad avere un figlio in casa perché non trova lavoro, se in età inoltrata l'azienda chiude e si ritrova in cassa integrazione e con affitto e bollette da pagare.
Insomma se a prima vista può sembrare una bella idea, come lo era quella degli 80 euro, per muovere i consumi, a pensarci bene, tanto bella questa del tfr subito non pare proprio. Almeno questo è il nostro parere.


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