Editoriale Radio Onda Libera del 22 ottobre 2014
Un terzo degli ospedali italiani è nella lista nera, quella degli ospedali spreconi e pericolosi. In soldoni si perde qualcosa come 4 miliardi l'anno. E' questo il dato sconvolgente emerso dallo studio arrivato direttamente dal ministero della Salute che ha presentato il "Piano esiti" che fotografa le performance dei nostri ospedali. Ne viene fuori un quadro ancora negativo nonostante qualche miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Il tutto avviene mentre le Regioni, interessate dai tagli, hanno deciso di attuare un braccio di ferro con il governo minacciando ripercussioni sui servizi. E questo è l'aspetto politico della questione.
Torniamo però allo studio sulla classifica degli ospedali. Ci sono strutture che mantengono in piedi reparti che non funzionano, non assicurano uno standard minimo di cura e assistenza, quindi mettono a rischio la vita dei pazienti, andrebbero al più presto chiusi o quanto meno accorpati. Questo andazzo riguarda un terzo dei nosocomi italiani. E rappresenta uno spreco oltre che un pericolo. Come un altro capitolo dolente è quello dei ricoveri inappropriati o addirittura inutili e si potrebbero fare mille esempi. O ancora quello delle spese in ambito sanitario che da una regione all'altra hanno prezzi diversi. Non è pensabile che una garza a Trento abbia un prezzo e a Palermo un altro.
Ma quanto costa alle casse dello Stato e quindi dei cittadini questo sistema? La stima dell'agenzia per i servizi sanitari regionali è tra i 3 e i 4 miliardi. Guarda caso gli stessi che il governo ha chiesto alle Regioni.
Ma c'è di più a proposito, un altro dato su cui riflettere, e cioè che la nostra sanità purtroppo marcia a velocità diverse da un'area all’altra del Paese, al nord si è curati meglio, al sud i parametri sono negativi. E questa è una disparità di trattamento che non dovrebbe esistere in un Paese civile. Perché sulla salute non ci devono essere disservizi o assistenze di serie A e di serie B.
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