giovedì 2 ottobre 2014

Lacrime e sangue per l'acciaio ternano

Editoriale Radio Onda Libera del 2 ottobre 2014

La Tk-Ast va avanti con il piano "lacrime e sangue" anche se modificato. Non più 550 lavoratori da spedire in mobilità, ma 290 con qualche beneficio in più. L'amministratore delegato Lucia Morselli ha infatti fatto sapere che il piano presentato il 17 luglio si può correggere, ma si dovrà fare questo: collocamento nelle liste di mobilità per 290 addetti – con 80mila euro di incentivo a chi accetta entro il 28 dicembre, che scendono a 50mila per chi decide di farlo dopo – e apertura delle procedure di cassa integrazione fino al 2016. 
Questo in sintesi il testo della velina affidato a un'agenzia di stampa. Una parentesi: strano il modo con cui la multinazionale tedesca fa sapere cosa riserva per il futuro alle acciaierie ternane. E soprattutto mentre sono in corso incontri sul tavolo del mistero dello sviluppo economico. Chiusa la parentesi.
Nelle indiscrezioni nessun accenno al forno di fusione che si vuole spegnere, agli investimenti che, forse, si vogliono fare e all’impegno certo che si chiede al governo.
Ovviamente le reazioni sono state durissime, da parte dei sindacati, delle istituzioni e del lavoratori nei confronti di questa che è stata definita una vera e propria forzatura con tanto di "amo" degli 80mila euro. I lavoratori vogliono capire innanzitutto cosa è accaduto e soprattutto se il ministero fosse a conoscenza della proposta della Thyssen dal momento che il ministro Guidi si era impegnato a presentare una bozza di accordo entro il 4 ottobre. Se Roma è stata tenuta all'oscuro allora si tratterrebbe anche di uno sgarbo istituzionale. Oggi se ne saprà di più perché è fissato un altro incontro.
Comunque pare che il destino sia legato al presidente del consiglio, al fatto che il premier ha annunciato la sua presenza ad Assisi per San Francesco e i lavoratori s'aspettano che passi per Terni,a dire la sua sulla vertenza. Altrimenti i lavoratori stanno pensando di incontrarlo ad Assisi.
Se Renzi non si esprimerà e soprattutto non prenderà impegni la sorte della fabbrica di viale Brin, la prima azienda della regione, sarà segnata.


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