martedì 21 ottobre 2014

I tedeschi non sentono Terni

Editoriale Radio Onda Libera del 21 ottobre 2014

Ieri nessuna chiamata. I dipendenti delle acciaierie di Terni s'aspettavano un contatto, una promessa, uno spiraglio per riaprire le trattative. Invece niente, solo frasi scontate e purtroppo vecchie. Niente che tenesse conto dello sciopero di venerdì quando in piazza sono scese oltre quindicimila persone in difesa del polo ternano. L'azienda fa sapere, tramite un lancio di un'agenzia, che tutto rimane come prima, che le lettere di mobilità sono confermate, che si va avanti con il piano di luglio. 
Un irrigidimento che preoccupa il sindacato, che preoccupa le centinaia di famiglie raggiunte dalle lettere, che preoccupa le istituzioni e l'intera comunità. Perché significa che la strada è tracciata, che non si torna indietro. E i lavoratori non possono stare con le mani in mano, stamattina decideranno che cosa fare, quali altre azioni di lotta intraprendere, molto probabilmente la protesta uscirà da Terni per raggiungere gli altri centri del potere politico, Perugia e Roma. La situazione è sicuramente ingarbugliata, complessa e pare a oggi senza via di uscita. A meno di un colpo di scena o di una fortissima pressione del governo sulla multinazionale tedesca, il futuro dell'Ast rischia di essere segnato definitivamente. 
Ad appesantire il clima ci si mettono anche le dichiarazioni che arrivano da Roma, dal Pd, dove Renzi ha ribadito che il governo svolge il suo ruolo di mediazione ma ha anche aggiunto che sbaglia chi utilizza la piazza contro il governo riferendosi alle contestazioni e ai leader dei sindacati. Ma la vera delusione arriva dall'azienda che non sente ragioni, se ne frega della mobilitazione della gente e degli appelli delle istituzioni. Di fronte a questo i lavoratori oggi prenderanno una decisione, daranno una riposta. Dura, sicuramente, perché in ballo ci sono i posti di lavoro, c'è la sorte delle famiglie, c'è il futuro.

 

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