Metà dei pensionati in Italia vivono con meno di mille
euro al mese. Secondo il bilancio sociale dell'Inps, oltre 2 milioni di persone
hanno un reddito previdenziale inferiore a 500 euro. Il 70% ha meno di 1.500
euro al mese. La crisi morde le aziende: la spesa per ammortizzatori
sociali e contributi figurativi è oltre 23,5 miliardi. E' questo il ritratto di un Paese attraverso il suo
rapporto con i contributi e la previdenza. E' quello che emerge dal bilancio sociale dell'Inps, che per prima cosa dipinge la situazione di difficoltà nella quale si trovano molte persone uscite dalla fase lavorativa della vita: nel 2013 quasi la metà dei pensionati (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone), aveva un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese.
Dai dati si vede anche il Paese che cambia: nel 2013 i lavoratori domestici iscritti all'Inps erano 749.840, con una riduzione rispetto al 2012 di 42.858 unità (-5,4%). E ancora, un Paese in cui le aziende fanno fatica, motivo per cui la spesa per gli ammortizzatori sociali, al netto dei contributi figurativi, è risultata pari 14.514 milioni, con un aumento di 1.982 milioni (+15,8%) sul 2012. Le ripercussioni occupazionali sono forti soprattutto per il tracollo degli operai: nel 2013 la consistenza media annua dei lavoratori dipendenti privati (escluso il lavoro domestico e gli operai agricoli) è diminuita di quasi 313.000 unità ma la riduzione è imputabile soprattutto al crollo degli operai (-229.700 con un -3,5%). Nonostante questa contrazione, gli operai sono ancora il 52% dei dipendenti. Naturalmente gli operai non sono solo le tute blu ma anche coloro che hanno questa qualifica nei servizi. I dipendenti privati nel complesso nell'anno erano 11.983.264 (-2,5%).
Dai dati si vede anche il Paese che cambia: nel 2013 i lavoratori domestici iscritti all'Inps erano 749.840, con una riduzione rispetto al 2012 di 42.858 unità (-5,4%). E ancora, un Paese in cui le aziende fanno fatica, motivo per cui la spesa per gli ammortizzatori sociali, al netto dei contributi figurativi, è risultata pari 14.514 milioni, con un aumento di 1.982 milioni (+15,8%) sul 2012. Le ripercussioni occupazionali sono forti soprattutto per il tracollo degli operai: nel 2013 la consistenza media annua dei lavoratori dipendenti privati (escluso il lavoro domestico e gli operai agricoli) è diminuita di quasi 313.000 unità ma la riduzione è imputabile soprattutto al crollo degli operai (-229.700 con un -3,5%). Nonostante questa contrazione, gli operai sono ancora il 52% dei dipendenti. Naturalmente gli operai non sono solo le tute blu ma anche coloro che hanno questa qualifica nei servizi. I dipendenti privati nel complesso nell'anno erano 11.983.264 (-2,5%).
Insomma dal rapporto dell'Inps emerge con chiarezza che
la crisi non morde solo sul lato occupazionale, aumentando i numeri di chi non
lavora, ma colpisce anche altri aspetti come la previdenza. E soprattutto ci
mostra i cambiamenti avvenuti e che avvengono nel Paese e sono cambiamenti che
non propendono purtroppo per un benessere ma al contrario ci spingono verso un
futuro di incertezza.
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