mercoledì 15 ottobre 2014

Un futuro segnato dall'incertezza

Editoriale Radio Onda Libera del 15 ottobre 2014

Metà dei pensionati in Italia vivono con meno di mille euro al mese. Secondo il bilancio sociale dell'Inps, oltre 2 milioni di persone hanno un reddito previdenziale inferiore a 500 euro. Il 70% ha meno di 1.500 euro al mese. La crisi morde le aziende: la spesa per ammortizzatori sociali e contributi figurativi è oltre 23,5 miliardi. E' questo il ritratto di un Paese attraverso il suo rapporto con i contributi e la previdenza. E' quello che emerge dal bilancio sociale dell'Inps, che per prima cosa dipinge la situazione di difficoltà nella quale si trovano molte persone uscite dalla fase lavorativa della vita: nel 2013 quasi la metà dei pensionati (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone), aveva un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese.
Dai dati si vede anche il Paese che cambia: nel 2013 i lavoratori domestici iscritti all'Inps erano 749.840, con una riduzione rispetto al 2012 di 42.858 unità (-5,4%). E ancora, un Paese in cui le aziende fanno fatica, motivo per cui la spesa per gli ammortizzatori sociali, al netto dei contributi figurativi, è risultata pari 14.514 milioni, con un aumento di 1.982 milioni (+15,8%) sul 2012. Le ripercussioni occupazionali sono forti soprattutto per il tracollo degli operai: nel 2013 la consistenza media annua dei lavoratori dipendenti privati (escluso il lavoro domestico e gli operai agricoli) è diminuita di quasi 313.000 unità ma la riduzione è imputabile soprattutto al crollo degli operai (-229.700 con un -3,5%). Nonostante questa contrazione, gli operai sono ancora il 52% dei dipendenti. Naturalmente gli operai non sono solo le tute blu ma anche coloro che hanno questa qualifica nei servizi. I dipendenti privati nel complesso nell'anno erano 11.983.264 (-2,5%).
Insomma dal rapporto dell'Inps emerge con chiarezza che la crisi non morde solo sul lato occupazionale, aumentando i numeri di chi non lavora, ma colpisce anche altri aspetti come la previdenza. E soprattutto ci mostra i cambiamenti avvenuti e che avvengono nel Paese e sono cambiamenti che non propendono purtroppo per un benessere ma al contrario ci spingono verso un futuro di incertezza.

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