Ci sono immagini che i nostri occhi e il nostro cuore
vorrebbero non vedere. Perché sono raccapriccianti. Come
quelle diffuse in questi giorni che mostrano i maltrattamenti in una casa di
riposo a Terni. Una notizia che ha fatto il giro del Parse. Anziani picchiati,
derisi, insultati, umiliati. In quell'ospizio succedeva di tutto ai 20 ospiti,
per lo più non autosufficienti. Lo testimonia il video della guardia di finanza
che ha messo fine a un andazzo di soprusi e angherie, dopo tre mesi di
indagini, arrestando quattro persone.
L'iter giudiziario farà il suo
corso e tra qualche tempo, con tutti i garantismi e le scusanti di questo
mondo, sapremo la verità processuale. Ma quello che sconvolge e indigna è
l’orrore che si perpetrava in quella casa di riposo. Un comportamento
inaccettabile, vergognoso. Prendere a morsi, a bastonate dei vecchi che hanno
la sola colpa di vivere è veramente immorale, inaccettabile. Chissà se qualche
volta quegli operatori che alzavano le mani hanno pensato per un attimo ai loro
genitori, ai loro nonni... Due sono gli elementi da sottolineare con evidenza
in questa brutta e triste vicenda. Il primo. I maltrattamenti sono venuti a
galla grazie alla segnalazione di altri dipendenti dell’ospizio che a un certo
punto non se la sono più sentiti di fare come le famose scimmiette che non
vedono, non sentono e non parlano. Le loro coscienze hanno avuto un sussulto di
indignazione, di sensibilità e hanno squarciato ogni velo. Bene, la loro
denuncia sia d’esempio per quanti ancora sono complici di mascalzoni che
picchiano gli anziani, a casa o negli ospizi. Il secondo aspetto, altrettanto delicato, riguarda il capitolo dei controlli. Se episodi del genere accadono in strutture convenzionate con la sanità pubblica la faccenda è ancora più indecente. Perché vuol dire che non si vigila abbastanza, una volta passato l’accreditamento. È un’omissione altrettanto se non più grave dei fatti accertati. La responsabilità di controllare che i nostri vecchi stiano in un ambiente sano e non vengano torturati è un compito primario di tutti, in primis di chi gestisce i servizi sanitari, poi di chi ha la funzione di assicurarsi che le strutture siano adeguate e in regola dal punto di vista igienico.
Non aver cura della terza età, di chi ha i capelli bianchi,
è un comportamento irrispettoso. Trattare male chi è anche malato e non
autosufficiente è da vigliacchi. In casi del genere va invocata e soprattutto
applicata la certezza della pena, ma forse non basta perché i tempi della
giustizia si conoscono. Forse sarebbe meglio far circolare in stampatello i
nomi e i cognomi di coloro che si sono resi responsabili di tali nefandezze e
sopratttuto metterli in condizione di non avvicinarsi mai più a un anziano.
Fatti del genere inducono a riflettere sul rapporto
generazionale, sulla mancanza di rispetto verso gli anziani che sono sempre più
considerati un peso e parcheggiati in un ospizio. Invece sono una risorsa, una
ricchezza, un patrimonio di storia e di vissuto, perciò andrebbero considerati,
ascoltati. Tutto questo va insegnato nelle famiglie, nelle scuole, per impedire
che i nostri nonni non siano costretti a subire inferni di percosse e
solitudini, per evitare che, a chi oggi è debole e indifeso, gli venga
strappata anche la dignità.
Una società che non rispetta gli anziani, anzi permette che
vengano maltrattati e umiliati, è una società incivile. Punto e basta.
Nessun commento:
Posta un commento