mercoledì 10 luglio 2013

Ha ragione Papa Francesco

Editoriale del direttore del 9 luglio 2013

Il primo viaggio del Papa è emblematico, perché a Lampedusa, alla periferia dell'Europa, al sud del continente. E qui nell'isola simbolo dell'immigrazione ha incontrato i migranti. Ha celebrato messa e ha usato parole durissime durante l'omelia. "La cultura del benessere - ha detto - ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, in una situazione che porta all'indifferenza verso gli altri. La sofferenza degli altri pare non interessarci, non riguardarci". 

Papa Francesco ha dato una scossa ammettendo di essere andato a Lampedusa per scuotere le coscienze. 
E' stato un viaggio emblematico per tanti aspetti. Innanzitutto, Francesco vuole testimoniare la sua vicinanza, la sua "prossimità" alle situazioni di disperazione, di povertà, di degrado. A quei mondi che ormai fingiamo di non vedere, ai quali siamo insensibili.
L'invito, testimoniato con la presenza e i gesti prima ancora delle parole, è a non chiudere il cuore, a uscire dalle comode "bolle di sapone", per guardare in faccia la realtà e in nome di un Dio fattosi uomo per patire con noi, accogliere e «custodire» questi fratelli che soffrono. È un esame di coscienza per tutti, nessuno escluso. È un costringere a fare i conti con se stessi.
Ma la breve visita a Lampedusa è emblematica anche per altri fattori.  Per esempio papa Francesco ci ha fatto vedere che il Pontefice può girare senza guardie del corpo e senza scorte, senza codazzo di istituzioni e prelati. 
La semplicità sembra la parola d'ordine di questo Papa venuto dalla fine del mondo. E in poche settimane ha già rivoluzionato il cerimoniale del Vaticano, ha già disorientato tutti coloro che non s'aspettavano un Pontefice capace di rompere gli schemi rigidi di un protocollo antico e solenne. Invece Bergoglio sta operando una vera e propria rivoluzione. E la gente lo apprezza, lo acclama. Allora vuol dire che ha ragione lui. 

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