Editoriale Radio Onda Libera del 15 luglio 2013
C'è un imbarbarimento della vita civile. Lo ha detto il presidente della
Repubblica commentando tre episodi accaduti nelle ultime ore: le offese al
ministro Kyenge da parte del senatore Calderoli della Lega Nord che l'ha
paragonata a un orango, le minacce via web all'onorevole Carfagna e l'incendio
doloso di un liceo romano. Il Capo dello Stato è intervenuto dicendosi
"colpito ed indignato" per questi ultimi fatti. Ma non è il solo, con tutto il
rispetto per l'inquilino del Colle. Anche la gente comune è indignata per il
livello dello spettacolo politico a cui e' costretta ad assistere.
Gi
insulti razziali non dovrebbero essere neppure commentati, tanto sono
espressione di un intelletto misero e becero. Invece giustamente suscitano
indignazione e per quanto ci riguarda anche tristezza. Perché non vengono da una
persona qualsiasi, sono pronunciati da un esponente politico navigato, che è stato anche ministro della Repubblica. Se i politici di questo tipo non hanno di
meglio da fare che proferire offese anziché pensare a lavorare per il bene dei
cittadini allora è meglio, molto meglio per tutti, che se ne vada a casa.
Il secondo episodio riguarda le minacce a una politica dopo le sue
critiche contro il Movimento 5 Stelle. La dialettica politica dovrebbe rimanere
in un ambito civile e non trascendere nella violenza. Ma questo vale per tutti,
vale per la vita di tutti i giorni e di tutte le persone di questo mondo.
Grave il rogo appiccato al liceo romano Socrate noto per le battaglie
contro l'omofobia e forse questa e' la ragione che ha spinto ad accendere il
fuoco.
Tutti e tre i fatti sono da condannare, da disprezzare. Ma
permetteteci una provocazione. Non ci meravigliamo più di tanto di quanto
accaduto. Non siamo sorpresi più di tanto. Perché si respira un'aria di crisi,
economica e anche di valori, di intolleranza e di parole fuori le righe, di
sfiducia e mancanza di speranza. È inutile far finta di niente, e' inutile
chiudersi gli occhi di fronte alla realtà.
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