lunedì 22 luglio 2013

Nessuna cifra vale la vita di Andrea

Editoriale Radio Onda Libera del 22 luglio 2013

Dramma ieri a Mosca, è morto il giovane pilota di Castiglione del Lago Andrea Antonelli. Venticinque anni appena e una passione sfrenata per le due ruote, correva nella classe Supersport. E' morto dopo uno spaventoso incidente sotto una pioggia torrenziale. Dopo due giri è scivolato dalla sua Kawasaki ed è stato poi investito dal connazionale Lorenzo Zanetti. Le immagini televisive ci hanno mostrato per la visibilità ridotta una nuvola d'acqua e la moto di Antonelli a terra, il corpo sbattuto a qualche metro di distanza e poi l'arrivo dell'altra moto che non riesce a evitarlo, colpendolo in pieno.
Tutta l'Umbria è colpita, addolorata dalla morte di questo giovane campione di motociclismo. Il cordoglio ai familiari è stato espresso dalle istituzioni, tutte nessuna esclusa, ma anche e soprattutto da tanta, tantissima gente comune, dagli amici, dai conoscenti, dai cittadini di Castiglione che lo hanno visto crescere e hanno tifato per lui.
Un terribile incidente, simile a quello di Marco Simoncelli, morto in Malesia nel 2011. Allora le condizioni meteo era buone, l'asfalto asciutto. Ma proprio perché la visibilità era ridotta al minimo e pioveva da tempo, condizioni con le quali è difficile dar vita a una corsa motociclistica, gli interrogativi si moltiplicano e ci si chiede se la morte della giovane promessa umbra poteva essere evitata, se la gara doveva essere fermata.
In circuiti come quello di Mosca gli interessi economici che girano sono tanti. Quando accadono tragedie del genere la responsabilità è di tutti, bisognerebbe sedersi e parlare senza nascondersi nulla, come ha suggerito qualcuno. Perché la morte di un giovane dovrebbe valere molto, molto di più di tutto il denaro che gira attorno al mondo delle moto.

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