domenica 30 giugno 2013

La tattica del rinvio
non porta lontano

Il punto del direttore del 30 giugno 2013

Quaranta giorni per 10.400 firme. Vale a dire 260 cittadini ogni 24 ore per quasi un mese e mezzo hanno apposto il loro nome e cognome per dire basta ai vitalizi, ai privilegi che accompagnano a vita chi è stato eletto nelle istituzioni, anche per un solo mandato. Quelle firme si oppongono alla pratica che vuole l’erogazione delle pensioni agli ex consiglieri regionali non in base ai contributi versati, come accade per i comuni mortali, bensì in base ai soldi pagati attraverso il bilancio regionale.
L’opera meritoria è stata portata avanti dalla Cisl, da Legambiente, da Cittadinanzattiva e da Libera. Un sindacato che ha già predicato in passato di invertire la rotta e tre associazioni che sono in prima linea nel sensibilizzare le comunità per una buona politica. Ora quelle firme sono state consegnate nelle mani del presidente del consiglio regionale Eros Brega a cui spetta il compito di sbrogliare la matassa. Non senza ritrosie e non senza diktat da parte di alleati e avversari politici. La strada non è semplice, non lo è mai semplice quando si tratta di toccare i portafogli.
Comunque per quest’anno dai conti regionali sono stati previsti ben oltre duecentomila euro in più, per non parlare del risparmio complessivo di due milioni di euro che potrebbero essere destinati ad altre voci. Il tutto approvato con legge regionale che tra lavori in commissione ed emendamenti vari è passata grazie al voto di una maggioranza trasversale, cioè Pd e Pdl. Questo avvenne nel dicembre scorso.
Inutile addentrarsi nei meandri dei cavilli giuridici, la realtà è che il nuovo sistema dei vitalizi, quello cioè contributivo, entrerebbe in vigore a partire dal 2015, vale a dire dalla prossima legislatura. A opporsi a questo slittamento, per onore di cronaca furono l’Italia dei valori e Rifondazione che avrebbero voluto il nuovo trattamento da subito. Allora, è bello fare le leggi che però devono riguardare le tasche e quindi i vitalizi dei futuri consiglieri regionali e non le proprie. Anzi, più che bello è ipocrita. Prima abbiamo usato il condizionale perché con tutto il rispetto i futuri inquilini di Palazzo Cesaroni non saranno così scemi da non farsi una legge ad hoc per rinviare il tutto a quelli che verranno. Così pare una catena di Sant’Antonio... e forse in politica lo è veramente. La tecnica del rinvio, più che del fare, sta caratterizzando anche l’azione del governo Letta. L’Imu? Rinviata. L’Iva? Idem (la ministro è andata via proprio per una questione di tasse e quindi tanto di cappello a parte le giustificazioni). Ma forse è una moda, un alibi o anche una mancanza di coraggio.
Tornando a bomba, ai vitalizi, c’è anche chi, come il piddino Gianfranco Chiacchieroni, probabilmente pentito di aver votato a favore ha abbracciato l’iniziativa della Cisl e delle tre associazioni. Cambiare idea non è incoerenza, solo gli imbecilli rimangono immobili nelle proprie certezze, ma sarebbe opportuno smetterla di fare i furbetti anche con i vitalizi e rendersi conto una volta per tutte che la gente non ne può più di privilegi e prebende, di indennità e pensioni d’oro. Per questo motivo la raccolta di firme è un segnale importante, significativo, è la richiesta di una comunità alla politica di invertire la rotta, di pensare al risparmio, a indirizzare le risorse pubbliche verso il bene comune e non verso gli interessi di pochi. Non si faccia l’errore di liquidare quest’iniziativa come una botta di ingegno di qualche masaniello. Dietro quelle firme ci sono cittadini, padri e madri, giovani e anziani, stufi di quest’andazzo, stanchi di tirare la cinghia e sopportare sulla propria pelle i morsi di una crisi senza fine, preoccupati per il futuro dei propri figli. Se chi fa politica non si mette una mano sulla coscienza e lavora per cambiare registro significa che non percepisce il malessere delle comunità che dovrebbe rappresentare, significa che sta lontano mille miglia dalla realtà. E, per favore, questi politici non vengano poi a discettare dei massimi sistemi se un domani le urne saranno deserte o se la gente esasperata e disperata scenderà in piazza.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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