domenica 9 giugno 2013

Polemiche e divisioni
non aiutano l'Umbria

Il punto del direttore del 9 giugno 2013

La politica e l’economia. L’economia e la politica. La sequenza di solito non è indifferente ma a volte è come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. Ovviamente il discorso non può essere astratto, va calato invece in un contesto storico. E infatti due sono i fatti attorno ai quali le due categorie si sono intrecciate, rappresentando mondi diversi e distanti anni luce, che dialogano con difficoltà e quando lo fanno non si capiscono. E allora si beccano, se le suonano, verbalmente, su chi deve fare cosa e su chi non ha fatto cosa. Tanto per parlare chiaro, il riferimento è allo scazzo tra gli industriali umbri e Palazzo Donini, sede della giunta regionale.
L’occasione è stata la presentazione della nuova Confindustria umbra, l’associazione che con coraggio e lungimiranza ha saputo riorganizzarsi semplificando la macchina e abolendo i due livelli provinciali. Un evento importante che va nella direzione giusta, soprattutto in un momento in cui la crisi economica stringe con avidità i morsi sulla pelle delle aziende e delle famiglie. E il battesimo di questo nuovo organismo è stato scalfito da un botta e risposta durissimo. Il là è partito dalle critiche, peraltro già note e stranote, degli industriali alla politica in merito all’Alleanza per l’Umbria, lo strumento creato dalla Regione che riunisce 38 soggetti tra istruzioni locali, sindacati, associazione di categoria e imprenditoriali. Secondo la Confindustria si tratta di un tavolo superato, inconcludente.
A tambur battente la risposta della presidente della Regione Marini che ha bacchettato gli industriali sostenendo che spesso l’ente si è ritrovato da solo a gestire le grandi crisi di questo territorio. Un altro appunto del battibecco ha riguardato la nomina dell’assessore regionale Paparelli entrato al posto del senatore Rossi. Il presidente di Confindustria Bernardini ha parlato di logiche discutibili, la governatrice ha difeso l’autonomia della scelta.
Ora, al di là della ragione o del torto, due-tre gli aspetti di riflessione. Il primo è che con il botta e risposta si è sminuita la portata della novità della fusione di due associazioni, il secondo è che le critiche se costruttive e non pretestuose sono sempre salutari, il terzo è che mentre due poteri come la politica e la Confindustria si scontrano gli altri protagonisti, tipo le piccole imprese o i sindacati, se ne stanno zitti zitti ad assistere allo spettacolo. Il momento che attraversiamo indurrebbe a mettere da parte le astiosità e le permalosità, a pensare cosa fare per far crescere l’Umbria e non perdere tempo in litigi e divisioni. Un’assunzione collettiva del senso di responsabilità sarebbe l’unica strada per non rimanere impantanati.
Un altro, grave, episodio è accaduto a Terni durante la manifestazione di protesta dei lavoratori dell’ex Thyssen Krupp. Qui nel mezzo del corteo dei lavoratori il sindaco della città Di Girolamo è stato ferito alla testa. L’immagine del sangue che rigava il volto del primo cittadino ha fatto il giro delle redazioni, delle televisioni e dei giornali. E ha destato impressione perché emblema di un clima di violenza. Sull’incidente si è aperto un giallo perché si è parlato di una manganellata da parte della polizia che ha caricato i manifestanti, poi è spuntato il video di un tizio con l’ombrello che potrebbe aver colpito il sindaco.
Ora, a parte la ricostruzione precisa dell’avvenimento e le eventuali responsabilità dell’autore materiale, resta il fatto che, nel corso di una protesta pacifica organizzata per esprimere la preoccupazione per il futuro di un’azienda storica come le Acciaierie, sia avvenuto un atto di violenza inaudita. E a scatenarlo il clima di tensione che è presente tra gli operai che rischiano di perdere il posto, ma in generale si percepisce in tutta la società per le aziende che saltano, per chi cerca un lavoro e non lo trova, per chi ha paura di perderlo, per i giovani sempre più sfiduciati e senza speranze, per i genitori angosciati per i loro figli.
Non vedere quanto sta accadendo nel paese reale significa essere lontani dalle esigenze e dai bisogni dei cittadini. Sarebbe positivo se i politici e gli industriali, ma anche tutte le componenti del sistema, si rendessero conto che non c’è più tempo da perdere, che bisogna pensare e lavorare per il bene dell’Umbria. E smetterla una volta per tutte con le polemiche che non portano da nessuna parte.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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