mercoledì 5 giugno 2013

L'esempio di Confindustria Umbria

Editoriale Radio Onda Libera del 4 giugno 2013

Gli industriali umbri hanno firmato l'atto di fusione ed è nata l'associazione unica, la Confindustria regionale. Un atto importante, innovativo che va nella direzione giusta. Finalmente un organismo che supera i campanilismi e alleggerisce la macchina organizzativa, portando a una semplificazione dei servizi.
E' stato un percorso delicato, fatto di convincimenti e superamento di resistenze che naturalmente da decenni vivono nelle categorie. Lo ha voluto fortemente il presidente Bernardini che guiderà questo cammino, questo traghettamento fino alla conclusione.
Cosa cambia? Il consiglio direttivo dell’associazione che rappresenterà gli interessi di 1.500 imprese, 17 categorie e 50mila lavoratori sarà composto dai presidenti delle nuove otto sezioni territoriali (Perugia, Terni, Alto Tevere, Media valle del Tevere, Eugubino-Gualdese, Spoleto-Valnerina, Foligno e Orvieto). La nuova Confindustria umbra nel corso della conferenza stampa di ieri mattina è partita lancia in resta e attraverso il presidente ha detto quello che pensa in merito alla politica, alle cose da fare e a quelle che non sono state fatte.
L'Alleanza  per lo sviluppo? Così com’è è superata, non serve a niente, non si può fare un tavolo di 30 persone che non porta a nulla, è inconcludente. La situazione è difficile, l'Umbria rischia di essere risucchiata dal Sud, deve fare di tutto per rimanere attaccata al Nord.
Bocciata anche la scelta di nominare come nuovo assessore regionale Paparelli, in sostituzione del neo senatore Gianluca Rossi. Un no non tanto sul nome quanto sul metodo: "Il problema non è la persona – ha detto Bernardini – ma le logiche e i tempi con cui si è arrivati alla nomina".
Prontissima la replica della presidente della Regione che ribatte duramente alle parole degli industriali e si dice stupita dalle polemiche. La Marini ricorda a Confindustria che la Regione è rimasta da sola In prima linea nei confronti difficili. Poi ha avvertito sull'Alleanza per lo sviluppo che i tavoli "non si abbandonano". Dura replica anche sulla vicenda dell'assessore: "No a ingerenze". Certo, di fronte a un evento così importante, come la fusione di un'associazione è deleterio dover registrare un botta e risposta sulle piccole questioni. Non parliamo tanto dei contenuti, dove la ragione potrebbe stare nel mezzo, ma nella forma e nei tempi quanto mai inopportuni. Le due istituzioni anziché beccarsi farebbero bene a guardarsi negli occhi e pensare a cosa fare per il bene della regione. Anche criticandosi, ci mancherebbe altro. Ma senza permalosità, senza pregiudizi. Altrimenti veramente non si va da nessuna parte.

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