domenica 2 giugno 2013

Le tasche piene di cattiva politica

Il punto del direttore del 2 giugno 2013

Tre mesi e la politica riesce a sorprendere. A fine febbraio il Paese si è ritrovato senza una maggioranza netta ma ha registrato un massiccio voto al Movimento 5 Stelle come espressione di protesta e soprattutto richiesta di cambiamento. Tre mesi dopo il test è amministrativo, quindi si presume più sentito dalla gente perché si scelgono i sindaci, e a farla da padrone e stravincere è l’astensionismo. E’ quanto accaduto in Italia e anche in Umbria. Una riflessione seria, profonda sulle ragioni che spingono i cittadini a fregarsene della cosa pubblica sarebbe non solo positiva ma addirittura necessaria.

Eppure i partiti, anche da noi, si sono limitati a commentare, a esultare per i risultati (le vittorie sono sempre di qualcuno, le sconfitte sono invece orfane) ma una bella analisi sul perché a Corciano, per esempio, si è registrato un meno 24 per cento di affluenza non si è pensato di elaborarla. Ma del resto sia il Pd che il Pdl sono troppo affaccendati a studiare strategie di un certo livello e forse anche a cercare candidati prossimi venturi e non possono “perdere tempo” su queste bazzecole. In questi tre mesi non è stata trovata nemmeno una piccola occasione per ragionare sulla disfatta delle elezioni politiche di febbraio quando sono state perse decine e decine di migliaia di voti... quindi se tanto mi dà tanto, secondo il loro ragionamento, non vale neanche la pena fermarsi a riflettere.
Una considerazione è spontanea però. La disaffezione verso la politica, verso questa politica, è la conseguenza naturale per chi ritiene che, non essendo più marcate le categorie di una volta, destra, sinistra e centro, sono tutti uguali e allora tanto vale starsene a casa e disertare le urne. Arrivando a nutrire un certo qualunquismo verso chiunque ha a che fare con la politica perché si pensa più all’interesse particolare che a quello generale. Questo discorso dovrebbe avere più fondamento se si tratta di consultazioni politiche e meno se parliamo di elezioni comunali. Perché in questo tipo di voto gioca l’elemento della conoscenza diretta dei candidati, perché nei programmi sono sviscerati argomenti concreti che riguardano la vita di tutti i giorni e non elucubrazioni sui massimi sistemi o peggio ancora promesse che si sa già che non saranno mantenute.
Invece a quanto pare l’astensionismo è contagioso a testimonianza che la gente comune ne ha proprio le tasche piene di certi politici e soprattutto di un certo modo di fare politica.
E’ difficile darle torto quando ad esempio a condannare questa non buona politica arriva anche la Corte dei conti che ha tirato le orecchie ai consiglieri regionali per le spese sostenute nell’ultimo periodo. In una relazione di 22 pagine i magistrati contabili hanno chiesto spiegazioni e soprattutto documentazione a supporto dei soldi impiegati per l’attività istituzionale. Secondo quanto scritto sono state riscontrate diverse irregolarità, niente di eclatante se il paragone che viene in mente porta agli scandalosi comportamenti avvenuti e accertati nei gruppi consiliari di altre Regioni d’Italia, dal Lazio alla Liguria, alla Basilicata. Ma si tratta pur sempre di impiego di denaro pubblico senza un riscontro contabile... e questo non depone a favore di chi eletto si pone al servizio della collettività. Poi, vale sempre il detto, in politica più che altrove, che bisogna essere al di sopra di ogni sospetto. Comunque siamo sicuri che queste “dimenticanze” saranno sanate e si è trattato soltanto di una leggerezza tecnica. E ha fatto bene la Corte dei conti a bacchettare i consiglieri regionali perché non si possono amministrare i soldi pubblici con superficialità. Le regole sono una cosa seria, così come le norme. Chi non le rispetta è giusto che venga redarguito.
Già la credibilità dei politici è sotto i piedi, non invertire il passo significa non rendersi conto, non avere consapevolezza di ciò che sta accadendo e soprattutto dei segnali che arrivano dalle urne. Se l’andazzo è questo superfluo chiedersi il perché la gente si allontana sempre più da questa politica.
anna.mossuto@gruppocorriere.it www.annamossuto.it

Nessun commento:

Posta un commento