mercoledì 5 giugno 2013

C'è il Parlamento, non servono i saggi

Editoriale Radio Onda Libera del 5 giugno 2013

Una commissione trasversale di 35 saggi per elaborare il piano di riforme del nostro impianto costituzionale. E' quanto ha deciso il governo Letta annunciando che i magnifici 35 esperti saranno ricevuti domani al Quirinale. Questi i dettagli dell'operazione. Allora, il primo organo a entrare in campo nella nuova partita per le riforme è questa commissione di teorici e pratici del diritto incaricata di fornire le sue indicazioni nel merito delle modifiche da apportare alla Costituzione.

I saggi lavoreranno nel tempo necessario al Parlamento per approvare il ddl costituzionale. Poi saranno le Camere a entrare nel merito. Probabilmente dopo l'estate. Intanto, i tecnici limano il testo del ddl costituzionale che disegnerà il percorso delle riforme. I contenuti saranno quelli indicati nella mozione di maggioranza approvata in Parlamento. A partire quindi dal "Comitato dei 40" (20 deputati, 20 senatori), che elaborerà i testi. Il Comitato avrà in ogni caso solo poteri referenti: i testi saranno insomma emendabili in Aula. Ma per evitare che le leggi restino impantanate nel dibattito parlamentare, è probabile che nel ddl del governo sia indicato uno scansionamento preciso e serrato dei lavori, che garantisca di raggiungere il traguardo entro 18 mesi. Di sicuro, ci sarà la possibilità di svolgere in ogni caso un referendum confermativo al termine del percorso.
Fin qui le intenzioni. Ora da parte nostra qualche considerazione. Quest'ultima trovata, il gruppo di saggi, ci pare fuori moda e fuori tempo. E neppure originale. Visto che già ci aveva provato Napolitano con la prima ondata di saggi che non avevano prodotto letteralmente nulla se non qualche gaffe. Insomma, abbiamo un parlamento di mille signori che sono stati eletti per fare e approvare le leggi, quindi anche le riforme, perché non lavorano loro? Onestamente questa idea dei saggi pare proprio un altro, l'ennesimo escamotage, per perdere tempo, per cincischiare. Andando avanti di questo passo non bisogna meravigliassi se a votare ci va sempre meno gente. Anche questi fatti contribuiscono a far perdere credibilità, quella poco che hanno, ai nostri politici.

Nessun commento:

Posta un commento