martedì 18 giugno 2013

Cifre da paura per l'economia umbra

Editoriale Radio Onda Libera del 12 giugno 2013

L'economia umbra va a picco. il Pil (prodotto interno lordo) è ai livelli del 1999. Tutti i i settori vanno male, l'edilizia in 12 mesi ha registrato un - 6,3 per cento. La disoccupazione giovanile è drammatica, uno su due senza lavoro. E il 2013 non fa intravedere una ripresa a breve che, se ci sarà, arriverà solo a fine anno e solo se si realizzeranno tutta una serie di fattori. E' senza pieta' il rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia dell’Umbria. Una fotografia del 2012 terribile, aggiornata con i primi dati di quest’anno. E i numeri sono terribili.
Il pil, la ricchezza, è calata del 2,1%, l'economia regionale è diminuita del 9,1 a fronte di un - 7 di quella nazionale e - 6,6 del Centro Italia. Una débacle, una situazione tremenda.
Ma vediamo nel merito la situazione. Tutti i settori stanno male, anzi malissimo. Anche il terziario che aveva retto fino al 2011, ora giu anche il commercio e il turismo. Le costruzioni sono nel baratro, ancora un - 6,3 l'anno scorso. Le compravendite di case si sono ridotte del 26 per cento in un anno. I fallimenti sono alle stelle, 222 imprese si sono arrese l'anno scorso. Peggiora la qualità del credito che si è' anche ridotto. L'unica nota positiva è l'export che è aumentato del 7,6 ma pesa poco sui conti della regione.
Durissimi i riflessi della situazione sul mercato del lavoro. Nel 2012 l’occupazione in Umbria è scesa dell’1,4% rispetto al 2011 (persi cinquemila ulteriori posti in un anno), con il tasso di disoccupazione balzato di quasi 3 punti al 9,8%. Al 18,7 quello tra i giovani. Con un peggioramento della qualità, i disoccupati laureati ormai sono ai livelli di quelli con la terza media.
"Le previsioni per l’anno in corso – scrive Bankitalia – prefigurano il proseguimento della fase di debolezza congiunturale; il calo dell’attività dovrebbe comunque arrestarsi negli ultimi mesi dell’anno".  "Solo se – dice il direttore della filiale di Perugia Antonio Carrubba – si verificheranno alcune condizioni, come lo sblocco effettivo dei crediti verso le imprese della pubblica amministrazione o la ripresa del mercato interno".
Insomma il futuro non è roseo, ma la speranza non bisogna perderla.

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