venerdì 23 marzo 2012

Una riforma che divide

Editoriale Radio Onda Libera del 20 marzo 2012

La riforma del lavoro è un obiettivo necessario per rimettere il paese in carreggiata. Da settimane il confronto è avviato tra passi avanti e irrigidimenti, tra accelerazioni e frenate. Da un lato il governo che spinge e dall'altro i sindacati e la confindustria che mettono i paletti.
Le ragioni ovviamente stanno da tutte le parti. Perché si parla di una materia delicata, di una materia che va definita dal punto di vista normativo con coraggio e attenzione, l'accesso al lavoro e l'espulsione sono momenti che vanno regolamentati in maniera diversa rispetto al passato considerate anche le difficoltà economiche in cui vivono le famiglie e le aziende. 
Il governo vuole portare a casa il risultato senza cedere su tanti punti, i sindacati non intendono mollare su aspetti come il famigerato articolo 18, che prevede in un certo senso più libertà nei licenziamenti, e la confindustria vuole garanzie per i contratti e il costo del lavoro.
Queste le posizioni delle parti. Ieri sera è arrivata l'esortazione del presidente della Repubblica alle parti sociali affinché si faccia prevalere l'intesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare. Sarebbe grave - ha detto Napolitano - la mancanza di un accordo.
E su questo siamo d'accordo perché questo governo non può pensare di andare avanti come un treno a prescindere da tutto e da tutti, dai partiti e anche dai sindacati e dalle associazioni di categoria.
E' vero che essendo tecnico non dove rispondere a nessuno, ma non deve neppure ignorare quelle che sono le posizioni delle parti sociali. Una riforma condivisa è l'obiettivo comune, e ci si deve arrivare cedendo ognuno qualcosa. Se la sintesi non sarà sottoscritta da tutti allora vuol dire che tutti abbiamo fatto un passo i dietro.

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