martedì 13 marzo 2012

Meno infortuni, più morti

Editoriale Radio Onda Libera del 13 marzo 2012

Calano gli infortuni sul lavoro, preoccupa il numero dei morti. E' questa in sintesi il risultato della visita a perugia della Commissione parlamentare d'inchiesta che ha ascoltato i vertici delle istituzioni regionali, della magistratura e delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Qualche dato: a cominciare dalle già cinque vittime solo tra gennaio e febbraio.
I numeri dell’Inail spiegano come in Umbria, dal 2006 al 2010, il numero degli infortuni sia calato del 21% (18.836 nel 2006 e 14.881 nel 2010), con un calo ulteriore nel 2011 (13.332, ma il dato non è ancora definitivo). I morti in seguito ad infortunio sul lavoro, dopo il numero particolarmente alto del 2006 (27), sono stati 19 nel 2007, 16 nel 2008, 17 nel 2009, 16 nel 2010 e 18 (20 secondo la Regione) nel 2011. Fin qui la scorpacciata di cifre. Ora vediamo cosa si pensa di fare. C'e bisogno di essere più coordinati e di fare azioni concrete in un territorio che deve stare sotto attenzione, che deve assolutamente essere monitorato perché come dicevamo a fronte di un calo del numero degli infortuni, preoccupa quello sul numero dei morti.
Secondo la Commissione serverà innanzitutto uno studio più approfondito e preciso su quelli che sono considerati i punti deboli del sistema. Le istituzioni dalla loro, invece, dovranno coordinarsi meglio fra di loro per capire dove vanno fatti controlli e verifiche.
Sempre a proposito di proposte, la Cgil con il segretario Bravi ha suggerito di istituire la procura nazionale sugli infortuni «per contrastare in maniera organica il fenomeno. In Umbria nel 2011 e nei primi mesi del 2012 – osserva Bravi – si registra purtroppo un’inversione di tendenza sull’andamento degli incidenti mortali sul lavoro forse ad un indebolimento dell’attenzione e a un arretramento delle misure di prevenzione e repressione del fenomeno, per responsabilità degli ultimi governi. Una tendenza che si va a sommare all’allargarsi della crisi, che spinge alcune imprese a considerare la sicurezza come un elemento su cui ottenere riduzioni dei costi. 
Invece la sicurezza è un elemento indispensabile, un requisito necessario per chi fa impresa. Perché non è giusto morire sul lavoro e per il lavoro.

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