Editoriale Radio Onda Libera del 19 marzo 2012
Gli assassini di Luca Rosi, il bancario di Ramazzano ucciso 15 giorni fa, sono stati catturati. Sono due giovani rumeni, a cui gli inquirenti contestano anche lo stupro della donna di 54 anni di Pietramelina e una serie di rapine.
La notizia è stata accolta con sollievo da tutti, istituzioni e cittadinanza. Finalmente le bestie sono state assicurate alla giustizia. Si cerca un terzo complice che speriamo presto vada a far compagnia agli altri in carcere. ad incastrarli il Dna, la pistola e le testimonianza.
La seconda. Per troppi anni l'escalation della delinquenza è stata sottovalutata, anzi quasi nascosta, minimizzata. E non ammettendo il problema di conseguenza non si pensava ad interventi, ad azioni, a provvedimenti mirati. Nonostante le denunce, nonostante gli appelli della gente.
La terza. Più che una considerazione è un augurio. Che queste belve, così come dappertutto sono stati definiti, una volta riconosciuti colpevoli e condannati scontino interamente la loro pena in carcere. Perché soltanto la certezza della loro espiazione rida un po' di fiducia, e sopratutto non oltraggia la memoria di Luca Rosi e non offende il dolore dei suoi familiari che hanno chiarito di voler giustizia e non vendetta.
Questo fatto desta qualche riflessione. La prima, bisognava attendere il morto per arrivare a una mobilitazione, a rendersi conto che il problema sicurezza a Perugia e in questa regione è reale, sentito, concreto. Che la gente da tempo ha paura a girare di notte per le strade del centro infestate dalla droga, ha paura perfino a stare nelle proprie case se si trovano un po' isolate.
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