giovedì 29 marzo 2012

L'ultimatum di Monti

Editoriale Radio Onda Libera del 27 marzo 2012

Monti non vuole tirare a campare, vuole lavorare per il bene del paese. E se il governo non è in grado di operare non ha nessuna intenzione di durare, di galleggiare. Parole chiare, forti che fanno capire come la stagione dei giochetti, delle manovre sia ormai  un retaggio del passato. Il premier le ha pronunciate da Seul dove si trova in visita di stato.
Quello di Monti pare proprio un ultimatum, anzi una vera sfida ai partiti che vorrebbero imprigionarlo. E lui non ci sta a farsi ricattare, a farsi mettere sotto tutela.
Senza dubbio una bella e tosta reazione. Che ripetiamo ci fa capire che i tecnici vogliono restare tali e non diventare come i politici. E questo sicuramente fa loro acquistare altri punti nell'opinione pubblica.
La reazione di Monti è scaturita dalle dichiarazioni sulla riforma del mercato del lavoro. E sopratutto dai tentativi di affondarla, di stravolgerla. Ce l'ha con chi pensa che il percorso individuato, il disegno di legge, quindi l'iter parlamentare normale, sia un'occasione per cambiare le carte in tavola. E per questo è stato fissato per giovedi un vertice con Alfano, Bersani e Casini, i leader dei partiti che appoggiano il governo. Ne uscirà un confronto che rida slancio all'azione di Monti? E' da vedere.
Intanto la chiesa per bocca del cardinal Bagnasco invita i politici ad abbandonare i pregiudizi, e pensare che la priorità assoluta del paese è il lavoro e quindi la dignità legata ad esso. Non si esce dalla crisi con la sola finanza, si deve avviare la fase di ripresa e di investimenti in grado di creare occupazione. Ovviamente Bagnasco non prende posizione sull'articolo 18 ma si sofferma a lungo sul mondo del lavoro e auspica una riforma condivisa. Una stoccata infine ai partiti che devono rinnovarsi assolutamente se la politica torna ad essere la normalità e loro dovranno tornare a governare il paese. Così la chiesa ancora una volta riesce a guardare oltre il governo tecnico.

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