martedì 13 marzo 2012

Quando l'economia uccide

Editoriale Radio Onda Libera del 12 marzo 2012

Crisi e suicidi. Due parole legate, strette a doppio filo. Il fatto: un commerciante di 60 anni si è tolto la vita perché si è visto rifiutare dalla banca un prestito di 1.300 euro. E' accaduto a Taranto ma il suo nome è soltanto l'ultimo di un elenco lungo che segna croci in tutt'Italia. E' solo l'ultima morte per un credito negato.
Ieri un muratore di 59 anni a Torino si è dato fuoco in un parco perché aveva perso il lavoro. La lista è impressionante, parte dal nord est e arriva in Sicilia. Sono nel Veneto negli ultimi tre anni gli imprenditori suicidi sono stati oltre 50. E il movente economico, stando ai dati Istat, legati ai soli casi denunciati e venuti alla luce, avrebbe spinto a togliersi la vita quasi 400 persone tra 2009 e 2010, con un incremento esponenziale rispetto agli anni precedenti.
Cifre per difetto, e comunque da brividi, che al netto di chi il suicidio l'ha solo tentato, e sono tanti, nascondono storie di sofferenza e disperazione.
Le cause sono diverse ma con una matrice comune: il problema economico. C'è il concessionario di moto catanese che impicca a Capodanno, perchè si vergognava di dover licenziare i suoi dipendenti, o l'imprenditore edile, schiacciato dai debiti, ritrovato in cantiere, privo di vita. È successo a novembre in Veneto, e negli stessi giorni si era sparato un colpo alla tempia anche un altro uomo, stanco di aspettare la riscossione di un credito con lo Stato che non arrivava mai, e che gli avrebbe risolto i problemi.
E in tempi di recessione si muore anche per mille euro negati dalla banca, come racconta la vicenda del commerciante tarantino.
Ma a fare il gesto estremo non sono solo gli imprenditori ma anche quelli che non ce la fanno ad andare avanti, i pensionati, quelli che a una certa età si ritrovano disoccupati, quelli che non trovano un lavoro neppure a pagarlo. Insomma la crisi sta facendo pagare un prezzo alto, altissimo. E non si può rimanere impassibili di fronte a tutto questo, a questo elenco di lutti. Bisogna fare qualcosa. E subito. Un fondo per aiutare le imprese a sopravvivere, un organismo che aiuti le persone in difficoltà e gli dia un po' di ossigeno, un sostegno anche psicologico per chi è in preda alla disperazione. Insomma qualsiasi cosa pur di non restare fermi e indifferenti.

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