sabato 2 maggio 2015

Italicum, fiducia e i soliti siparietti

Editoriale Radio Onda Libera del 30 aprile 2015

Sull'Italicum il governo ha ottenuto alla Camera la prima fiducia, quella sull'articolo 1 della riforma della legge elettorale (che introduce il premio alla lista e la soglia di sbarramento al 3%) con 352 voti favorevoli, 207 contrari e un astenuto. Ce ne saranno altre due, di fiducie. Ma il risultato sembra scontato, a meno che non ci saranno colpi di scena.

Il voto di ieri ha un peso, un significato importante. Perché ha sancito la spaccatura dentro il Pd: una quarantina di deputati non ha votato, confermando la lacerazione che da giorni si vive nel partito di maggioranza. Si e consumato così lo strappo tra Renzi e una parte della minoranza Pd, che ha ritenuto ingiustificata l'apposizione della questione di fiducia da parte del premier. Anzi per la verità sono volate parole pesanti in merito perché mettere la fiducia significa ingabbiare la discussione è anche il dissenso.
Per la verità non abbiamo mai capito questo passaggio, questo assunto secondo cui si può essere in disaccordo con quanto proposto dal governo su una legge, ma se viene posta la fiducia per un senso di responsabilità va votata a favore. Beh, siamo dell'idea che se un testo non si condivide la coerenza obbligherebbe a votare contro. Insomma o si è d'accordo o si è contro. Non si può essere contrari ma si vota a favore. Ci sembra un controsenso, illogico, contraddittorio.
E poi lo strumento della fiducia viene utilizzato come arma di ricatto per far passare leggi che non piacciono alla maggioranza del Parlamento. A volte quello che avviene in politica ci sembra un siparietto, una commedia, lontano mille miglia dai problemi della gente, dalla possibilità di comprensione del cittadino comune.
Comunque, tornando al Pd, la ferita sembra sempre più difficile da rimarginare. Tra coloro che non hanno votato ci sono esponenti che hanno fatto la storia del partito e da ieri si può dire che i rapporti non saranno gli stessi. Ovviamente Renzi se la gode, aver tirato la corda lo ha premiato, mentre per la minoranza si tratta dell'ennesimo comportamento arrogante che umilia il Parlamento e la democrazia.
Fin qui lo scambio di accuse, ora la domanda che sorge spontanea è se lo strappo si trasformerà in scissione. I bookmaker scommettono alto. Noi staremo a vedere.

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