sabato 30 maggio 2015

Ripresa possibile e lotta agli sprechi

Editoriale Radio Onda Libera del 27 maggio 2015

La politica continua a tener banco: a Perugia, tra poco, è previsto l'arrivo di Renzi. Il presidente del consiglio verrà ad appoggiare la governatrice uscente Marini. Continua intanto la passerella dei big nazionali, fino a venerdì, giorno di chiusura della campagna elettorale. Oggi, però, vogliamo parlare degli sprechi e lo facciamo grazie allo fotografia scattata da Cottarelli, l'ex commissario della spending review.




Subito un dato. Sono quasi diecimila sedi dello Stato centrale, praticamente una ogni 6.250 italiani. Una enormità. Una delle tante inefficienze della spesa pubblica italiana raccolte in un anno e mezzo di lavoro. Cottarelli ha scritto un libro intitolato "La lista della spesa", in cui definisce la spesa pubblica una "bestia" che tra sovrapposizioni degli apparati e diseconomie succhia le risorse preziose dell'Italia. Si prenda l'esempio delle cinque forze di polizia, che occupano 320mila persone. Cinque apparati ognuno dipendente da un ministero diverso, cinque amministrazioni diverse, cinque burocrazie diverse, per una spesa che nel 2014 ha toccato 21 miliardi.
Le inefficienze sono ben evidenti negli acquisti di beni e servizi. Ci sono 34mila uffici che gestiscono ogni anno un milione e 200mila procedure: ciascun bando costa da 50mila a 500mila euro. Solo gli enti pubblici nazionali, poi, sono 198 secondo l'analisi dell'ex commissario.
Questi sono soltanto dei casi eclatanti, degli esempi palesi di come funziona la macchina pubblica. Ma purtroppo non sono una novità. Di tanto in tanto si rendono noti studi del genere che evidenziano i milioni e milioni di euro in fatto di sprechi, di cifre gigantesche della spesa pubblica. Il brutto è che lette le analisi, le soluzioni rimangono sulla carta. Perché la verità è che la politica non si occupa e non si preoccupa di un piano serio che porti a risparmi veri, a tagli mirati, a contenere il debito pubblico. Il tutto a danno dei cittadini, a danno delle tasche di chi paga le tasse, a danno di chi non riesce ad arrivare a fine mese.
La ripresa che anche Bankitalia intravede passa a nostro avviso per una concreta azione di riduzione degli sprechi. Altrimenti la fine della crisi continuiamo ad augurarcela ma nella realtà è ancora lontana.


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