domenica 31 maggio 2015

Andiamo a votare
a prescindere da tutto

Il punto del direttore del 31 maggio 2015

Il voto è un diritto-dovere. Lo dice la Costituzione. Lo dice il senso civico. Lo dice la crisi di rappresentanza che stiamo vivendo in questi anni. È vero che mai come oggi la politica è lontana anni luce dalle esigenze, dai bisogni e dai problemi della gente. È vero che i politici non hanno fatto nulla per riavvicinare i cittadini alla cosa pubblica perché il più delle volte hanno pensato ai propri interessi anziché a quelli generali. È vero che la disaffezione verso la politica è aumentata di scandalo in scandalo quando certi politici sono stati presi con le mani nel sacco, facendosi rimborsare dalle casse pubbliche perfino vasetti di Nutella e biancheria intima. È vero che il disinteresse nasce dal ragionamento secondo cui sono tutti bravi a promettere e non mantenere, sono tutti uguali e quindi andare a votare non serve a nulla.
Invece no. Alle urne bisogna andarci perché non è vero che non cambia nulla, cambia eccome votare o non votare. Per un discorso molto semplice, la politica si occupa di noi anche se noi non ci occupiamo di politica. Basta questo per farci rendere conto che non ha alcun senso starsene a casa e disertare i seggi. Anzi. L'esercizio del voto è l'unico strumento che abbiamo per dire la nostra, per scegliere da chi farci rappresentare ed eleggere coloro che decideranno anche per noi. È l'unico mezzo di cui disponiamo per continuare ad avere una speranza, per non lasciare spazio alla rassegnazione, e pensare che prima o poi le cose saranno diverse. Insomma andiamo a votare, a prescindere da tutto e da tutti. E andiamoci con fierezza perché a ogni elezione siamo partecipi di un cambiamento soprattutto in regioni come la nostra dove l'affluenza è stata sempre al di sopra della media nazionale. L'astensionismo non ci deve appartenere anche se è il rischio numero uno di questo voto.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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