domenica 17 maggio 2015

Immigrazione problema di tutti

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 maggio 2015

Parliamo di immigrazione. Un tema che fa discutere, che ci riguarda, che ci scandalizza e ci indigna. Un tema che suscita una serie di reazioni contrastanti, che divide e si presta a strumentalizzazioni politiche. Allora diciamo subito le novità. La Commissione dell'Unione europea prepara la svolta nella strategia sull'immigrazione (il piano dovrebbe essere approvato mercoledì) che è stata anticipata al consiglio di sicurezza dell'Onu. Restano di sottofondo le polemiche sulle misure per combattere i trafficanti, distruggendo anche i barconi utilizzati per far viaggiare le folle di immigrati.
Comunque sono quattro i pilastri su cui si fonda la strategia: aiuto ai Paesi di origine e transito dei migranti, controllo delle frontiere a sud della Libia e nei Paesi limitrofi, missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e infine, il più controverso, l'obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote. Cioè tutti i Paesi dell'Europa devono farsi carico del problema, dell'emergenza immigrati, quanto meno per una questione di solidarietà.
Ma questa storia va avanti da troppo tempo, tutti i politici lo dicono e dicendolo pare che se ne lavino le mani e zittiscono la coscienza, e intanto centinaia e centinaia di poveretti trovano la morte nelle acque del Mediterraneo.
Invece, al di là delle mosse dell'Europa, qualcosa va fatto e non certo quello che promette la Lega di chiudere le frontiere e impedire l'ingresso di questa povera gente, alimentando le forme più becere di razzismo. Questa gente, donne uomini e bambini quando si imbarcano su quelle carrette stipati come animali non hanno nulla da perdere, loro vengono in Italia sperando in una vita migliore ed è meglio rischiare di non arrivare che rimanere nei loro Paesi martoriati dalla guerra e dalla povertà.
Detto ciò, un Paese civile come il nostro deve garantire un'accoglienza degna di umanità e si deve attrezzare in tutti i modi. Per esempio pretendendo da chi ha a disposizione immobili e strutture di accoglierli; in questo anche la Chiesa potrebbe fare la sua parte, oltre quanto già non faccia. Ci sono poi diversi atteggiamenti dei privati rispetto al problema: quelli che se ne fregano e vorrebbero vederli tutti affogare, quelli che si vergognano di chiudergli la porta in faccia e dicono "sì accogliamoli ma non a casa mia". Eppure è una questione di diritti, di rispetto della dignità umana. Come si fa a non indignarsi di fronte a quella foto del ragazzino rannicchiato in un trolley per raggiungere i suoi genitori? Stava in una posizione fetale, quasi ad aspettare una nuova vita con il cuore che toccava le ginocchia. Un viaggio come se fosse un oggetto, un viaggio di speranza che si è stato scoperto dal metal detector dell'aeroporto.


Nessun commento:

Posta un commento