lunedì 25 maggio 2015

Evitato l'ingorgo, ora c'è il rush finale

Il punto del direttore del 24 maggio 2015

L'Umbria della politica ha rischiato l'ingorgo dei big nazionali. In un primo momento era stato fissato per domani l'arrivo di Renzi, Berlusconi e Salvini. In pratica il presente, il passato e forse il futuro, a proposito di leadership ovviamente. Invece poi il premier ha pensato di spostare la sua visita a venerdì 29 e così l'intasamento è stato evitato in questa campagna elettorale che non scalda più come una volta.
In giro c'è poca partecipazione, poca passione e, come ha sottolineato egregiamente Renzo Massarelli su queste colonne, le piazze sono vuote, nel senso che non vengono utilizzate, e i ristoranti invece pieni perché gli oltre 300 candidati alle prossime regionali preferiscono organizzare aperitivi, apericene e qualche convivio per incontrare gli elettori. In compenso c'è tanto social, tanto facebook e tanto twitter, forse a testimoniare che i tempi sono cambiati veramente e al posto dei comizi ci sono i post, gli spot e i botta e risposta in 140 parole.
A movimentare il cuore verde d'Italia ci penseranno quindi l'ex Cavaliere e il leader del Carroccio (che ha toccato questa terra già altre due volte), entrambi arriveranno per sostenere il candidato a presidente Claudio Ricci appoggiato da un centrodestra più unito che mai. Uno schieramento che si estrinseca in sei liste e che a differenza di altre regioni è riuscito alla fine a coalizzarsi superando divisioni, antichi dissapori e mal di pancia.
E anche qualche incoerenza, come per esempio quella che accomuna la Lega e il Nuovo centro destra di Alfano che a livello nazionale se le suonano di santa ragione un giorno sì un giorno pure, a livello locale vanno a braccetto condividendo l'identico progetto. La linea dei due forni, di casiniana memoria.
Il centrosinistra si ritrova unito sulla governatrice uscente Catiuscia Marini e per lei si è mossa una bella schiera di ministri, a dimostrazione che da Roma c’è attenzione, e parecchia, sul test del 31 maggio, e sul fatto che l’Umbria non cambi colore perché nonostante le difficoltà di una crisi senza precedenti è stata ben governata. A rafforzare l’intento anche il presidente del consiglio che chiuderà la campagna elettorale a fianco della Marini.
Insomma, sarà che sono solo 7 le regioni chiamate al voto, sarà che i senza partito sono tanti, sarà che l'astensionismo spaventa il giusto, in questo mese i leader nazionali non hanno disdegnato affatto l’Umbria per fare propaganda. Intanto gli otto candidati a presidente si muovono come trottole su e giù per il territorio, ma la guerra vera si combatte tra i candidati che aspirano a un posto in consiglio regionale. E’ senza dubbio una bella scommessa questa tornata perché i pronostici sono ardui, non ci sono raffronti, si vota con la nuova legge elettorale, e la frammentazione è veramente ampia. I bookmakers sono all'opera da quando si sono chiuse le liste e le puntate, dopo l’introduzione del divieto dei sondaggi, viaggiano sugli ippodromi e nei conclavi, tra corse clandestine e scelte di porporati. Ma anche i sondaggi trovano il tempo che trovano, visti i flop delle precedenti consultazioni. Allora tanto vale mettersi l’animo in pace e aspettare pazientemente il verdetto delle urne. Quello che arriverà dopo le 23 di domenica prossima quando l’Umbria avrà la sua nuova governance. A cui spetterà l’onore della vittoria ma soprattutto l’onere di guidare questa regione nel prossimo e delicato quinquennio.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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