domenica 17 maggio 2015

Imprese umbre a rischio criminalità

Editoriale Radio Onda Libera del 15 maggio 2015

L’Umbria è considerata una regione ad "alta infiltrazione" di imprenditorialità criminale insieme a Calabria, Campania, Liguria e Puglia. E’ quanto emerge da una ricerca sulla piccola e media impresa italiana, presentata nell’ambito della quinta edizione del "Focus Pmi". Secondo questo studio, se non ci fossero attività illegali sul territorio circa due imprese su tre avrebbero un giro d’affari superiore a quello attuale.
In un ambiente pienamente legale, il fatturato del 36,6% delle imprese resterebbe stabile, quello del 47,3% aumenterebbe di meno del 25%, nel 23,4% dei casi il fatturato crescerebbe del 13,4% e nel 2,6% di oltre il 50%.
L’illegalità economica, si spiega nella ricerca, è costituita da un insieme di elementi come usura e racket, corruzione, contraffazione, riciclaggio, sommerso lavorativo e altri elementi che alterano il corretto funzionamento del mercato.
A proposito di corruzione vale la pena richiamare le parole del capo dello Stato Mattarella che l'ha definita una sorta di c"oncezione rapinatoria della vita" e non ha risparmiato una stoccata al mondo politico: "La corruzione, il potere fine a se stesso, sono conseguenza di una caduta della politica. Di un suo impoverimento. I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la politica, spesso, si inaridisce". E ha insistito sul senso che la politica deve avere: "La politica smarrisce il suo senso se non è orientata a grandi obiettivi per la umanità, se non è orientata alla giustizia, alla pace, alla lotta contro le esclusioni e contro le diseguaglianze.
Il capo del Quirinale ha anche citato Papa Francesco, che i corrotti li ha bollati come "i peggiori peccatori". Forse sarebbe stato anche opportuno richiamare i politici alla loro responsabilità, a fare una legge seria contro la corruzione per un mercato più giusto, per una società più giusta.
Un'ultima pillola di economia, il debito pubblico è aumentato di altri 65 miliardi, toccando quota 2.184 miliardi. Che dire? Non ci sono parole.


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