venerdì 2 gennaio 2015

Napolitano ha detto basta

Editoriale Radio Onda Libera del 2 gennaio 2015

L'inizio di ogni anno è dedicato anche al discorso del presidente della Repubblica, che ogni 31 dicembre rivolge al Paese davanti alle telecamere a reti unificate. E il 2 gennaio, oggi, i titoli dei giornali e i commenti sono tutti dedicati a quest'evento. Quest'anno il saluto di Napolitano era atteso perché avrebbe annunciato le sue dimissioni. E così è stato.
Il capo dello Stato mercoledì ha detto che l'età non gli permette di andare avanti, ma ha anche parlato delle sfide del Paese: la crisi economica e del lavoro, il ruolo dell’Italia in Europa, il confronto democratico, il “sottobosco marcio” della corruzione, la necessità dell’impegno di ciascuno.
E' il nono discorso del presidente della Repubblica e in ventidue minuti ha comunicato quello che ci si aspettava di sentire e cioè la decisione di lasciare il Quirinale dopo che ad aprile dell'anno scorso gli era stato chiesto di rimanere per far uscire il Parlamento dall'impasse per aver impallinato Prodi e Marini. in quell'occasione Napolitano tenne un discorso durissimo contro la classe politica e memorabile fu l'immagine dei parlamentari che più venivano attaccati e più applaudivano.
Ora Napolitano ha detto "basta, me ne vado". Inutili i tentativi di farlo restare ancora. Ma un paio di considerazioni vanno fatte. Allora, assodato che tra poco bisogna eleggere il successore di Napolitano e il rischio è di rivedere un Vietnam parlamentare, tra franchi tiratori e veti incrociati, non concordiamo con tutto il rispetto con il capo dello Stato quando dice che le riforme sono avviate e quindi il suo compito è finito.
A nostro avviso le riforme sono annunciate più che avviate, il Paese non è uscito dalla crisi economica, le tasse sono peggiorate, la tensione sociale è palpabile. E il semestre europeo? Ci piacerebbe sapere e vedere che cosa questa presidenza italiana ha portato. Onestamente non ci siamo accorti di alcun beneficio.
Un passaggio del messaggio agli italiani è stato dedicato anche alla lotta alla corruzione contro la quale il Paese deve combattere unito. Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società. Solo riacquisendo intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva. Su questo siamo d'accordo, completamente d'accordo, nutriamo dubbi però sulla riuscita e sul ruolo della politica. A proposito dei valori da riacquisire. Per fortuna esistono italiani onesti e dediti alla cultura e alla solidarietà, il problema è isolare le persone indegne e condannarle in caso di colpevolezza di reati.
Napolitano ha chiamato dunque a raccolta tutta quella che ha chiamato “comunità nazionale”: “Mettiamocela dunque tutta, con passione, combattività e spirito di sacrificio. Ciascuno faccia la sua parte al meglio".
E chi non la fa la propria parte? Per esempio quei politici che rubano, che incassano laute indennità e non pensano agli interessi generali? Sembra un giro vizioso, se la politica non riacquista credibilità ed efficienza non ci saranno risposte ai problemi della gente, non cambierà nulla e saremo a punto e a capo.


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