Editoriale Radio Onda Libera del 15 gennaio 2015
Giorgio Napolitano da ieri mattina non è più presidente della Repubblica. Dopo
quasi nove anni il capo dello Stato ha lasciato l’incarico al Quirinale, che aveva
assunto per la prima volta nel 2006 e che aveva di nuovo accettato sette anni dopo
su richieste di tutti i partiti tranne il Movimento 5 Stelle. Il presidente ha firmato e
consegnato le dimissioni, ampiamente annunciate prima dai giornali e poi dallo
stesso capo dello Stato durante il discorso di fine anno. E’ già partita la
procedura per l’elezione del successore. E impazza il toto candidati per il
Colle.
Il Parlamento in seduta comune è stato convocato per il 29 gennaio
dalle 15. Mentre si moltiplicano i giudizi – i più diversi – sull’operato di
Napolitano, il presidente del Senato Piero Grasso ha preso le funzioni di
presidente supplente della Repubblica. Le Regioni devono fissare le sedute
dei consigli regionali nei quali eleggere i grandi elettori che parteciperanno
al voto. Secondo il presidente del Consiglio Matteo Renzi tutto potrebbe
concludersi prima dell’inizio di febbraio ribadendo quello che aveva detto nei
giorni scorsi (che al quarto scrutinio, cioè al secondo o terzo giorno, si avrà
il nome del presidente).
Il totale dei grandi elettori saranno 1.009, ma da
questa cifra vanno sottratti i presidenti delle Camere che per prassi non
votano. La composizione del Parlamento in seduta comune, a ogni modo,
prevede i 945 parlamentari (630 deputati e 315 senatori), i 6 senatori a vita
(oltre a Ciampi, Monti, Elena Cattaneo, Piano, Rubbia e Napolitano) e i 58
delegati regionali (3 per ciascuna regione tranne la Val d’Aosta che ne invia
uno). Le Regioni li indicheranno tra il 15 e il 27 gennaio. In linea di massima,
35 saranno esponenti di centrosinistra, 22 di centrodestra e un autonomista (il
valdostano Rollandin), ma questa volta il calcolo è reso più complesso dalla
presenza dell’Ncd, che è al governo nazionale con il centrosinistra ma in alcune regioni, come in Campania, governa con il centrodestra.
Comunque in queste
quasi due settimane si faranno nomi a go go, si bruceranno candidati come i
fiammiferi. Già si individuano identikit, si elencano le qualità, perfino il
sesso. Di certo il successore di Napolitano sarà frutto del Patto del Nazareno,
l'accordo tra Renzi e Berlusconi. Su questo non ci sono dubbi.
Che dire? Che si
elegga un personaggio di spessore e di livello, che il criterio di scelta non
sia soltanto l'appartenenza a un partito o a un altro, a una categoria o
un'altra. Che salga al Quirinale una figura che abbia la capacità politica di
essere imparziale, super partes e soprattutto difensore delle istituzioni.
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