Editoriale Radio Onda Libera del 21 gennaio 2015
Sulla legge elettorale sta succedendo di tutto e di più. La minoranza Pd abbandona Renzi al Senato, Berlusconi resta al suo fianco tra i malumori di Forza Italia. Ma per il momento al Senato la maggioranza necessaria non c’è e il voto sulla legge elettorale slitta in attesa di trattative che possano ricomporre le due fratture. Questo l'esito della giornata di ieri dedicata all'Italicum a palazzo Madama. Un nulla di fatto perché l'aula era spaccata in mille parti.
Per passare al Senato, la riforma ha bisogno di un’ampia maggioranza: nonostante i voti contrari dei dissidenti del Pd e di Forza Italia, nonostante il no dei Cinque Stelle e nonostante l’appoggio degli ex grillini agli emendamenti Gotor, esattamente 224 voti circa, 62 in più rispetto alla maggioranza assoluta (pari a 162 voti).
Il punto sono proprio i numeri. E la lettura politica è che pare si sia formata una nuova maggioranza, quella tra il Pd di Renzi e Forza Italia di Berlusconi. Mentre montano le minoranze di tutti e due i partiti, che non ci stanno a rimanere schiacciate dall'abbraccio mortale del Patto del Nazzareno. Le indiscrezioni sostengono che l'accordo tra Renzi e Berlusconi tiene conto anche della norma salva Berlusconi che consentirebbe all’ex Cav di far decadere la sentenza per frode fiscale.
Il Senato tornerà a riunirsi oggi, domani e venerdì. Il voto finale è previsto per la prossima settimana, prima del 29, giorno in cui il Parlamento si riunirà in seduta comune per l'elezione del presidente della Repubblica.
Nel frattempo, dicevamo, c'è il tempo per le trattative. In sostanza e in parole semplici ieri è successo che un pezzo della maggioranza è uscito, un pezzo della minoranza è entrato a far parte della maggioranza. Ora questo nuovo blocco farà la legge elettorale e il nuovo Capo dello Stato. Due questioni non di poco conto.
Senza entrare nelle pieghe della legge elettorale, materia importante e complicata, a nostro avviso pare che i nostri legislatori stiano pensando a farsi delle regole per garantire la loro facile rielezione. Quindi niente preferenze e liste bloccate. Comunque oggi è nato il Partito del Nazareno, e questo non è coerente con quello che hanno votato i cittadini due anni fa. Pare che il Pd stia assomigliando sempre più al partito modello Democrazia cristiana, è sempre meno a un partito di sinistra ed europeo.
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