domenica 11 gennaio 2015

I partiti in movimento
tra regole e candidati

Il punto del direttore dell'11 gennaio 2015

Ci sono quattro questioni scritte da un bel po' di tempo con l'evidenziatore nell'agenda dei partiti. La prima si chiama riforma della legge elettorale e dopo rinvii su rinvii è stata decisa l'ennesima road map che dovrebbe portare all'approvazione. La seconda risponde al titolo "cercasi candidato a presidente" per il centrodestra e da queste parti ogni giorno ne succedono delle belle. La terza è la "guerra" dentro il Pd per un posto in lista e con la riduzione dei consiglieri da 30 a 20 è aumentata l'ambizione di sedere su uno scranno a Palazzo Cesaroni. La quarta riguarda il Movimento5Stelle che ha già scelto e votato in rete gli aspiranti candidati a far parte dell'assemblea legislativa regionale.In estrema sintesi questa la situazione della politica in Umbria. Ora entriamo nelle pieghe delle questioni, partendo dalle nuove regole che dovranno disciplinare il voto regionale della prossima primavera. In cinque anni il parlamentino di piazza Italia non è stato capace di concepire una riforma della legge elettorale, ma forse è meglio dire che non ha voluto nascondendosi dietro la scusante che le norme in materia si cambiano sempre alla fine di una legislatura e non all'inizio per non delegittimare gli appena eletti. Anche se tutti, tranne ovviamente i beneficiati, hanno concordato appena insediatisi che la legge con cui erano stati eletti doveva essere cambiata perché ad esempio conteneva una sorta di porcellum il listino che portava in consiglio coloro che non si sottoponevano al giudizio dei cittadini.
Eppure sono passati cinque anni, meno due mesi, e la nuova legge non vede ancora la luce perché la verità è che è in atto da anni un braccio di ferro non solo tra partiti ma addirittura tra correnti dentro lo stesso partito su temi come il collegio unico o le soglie di sbarramento o il premio di maggioranza. Per non parlare della bocciatura per illegittimità costituzionale della bozza a fatica partorita. Non è proprio un bello spettacolo se consideriamo anche le tante promesse sulle scadenze, non mantenute, e l'ultima è fissata a metà febbraio. Meno male che il voto è stato posticipato di due mesi altrimenti, e forse a più di qualcuno non dispiacerebbe, si tornerebbe alle urne con la vecchia disciplina.
Comunque staremo a vedere, intanto consoliamoci con le vicissitudini dentro il centrodestra che come si sa è spaccato come una mela e altrettanto lo sono i partiti, da Forza Italia ai Fratelli d'Italia, tra chi appoggia Claudio Ricci, ormai calato nel ruolo di candidato a presidente a tutti gli effetti e soprattutto a tutte le ore e a tutte le latitudini, e chi invece vorrebbe un altro nome, più spendibile e più nuovo della scena politica. Una settimana fa il punto prevedeva un incontro in quel di Gubbio per tentare un accordo a 360 gradi con Ricci e cercare di andare tutti uniti su di lui, consapevoli che la strada della compattezza è la conditio sine qua non che può insidiare con qualche chance gli avversari del centrosinistra e quindi la presidente uscente Catiuscia Marini. Ma al tavolo la proposta, per qualcuno indecente, è cambiata e a Ricci è stato chiesto di ritirarsi in cambio di una contropartita consistente, come ad esempio un posto in Parlamento, perché nel frattempo da Arcore avevano individuato il candidato, vale a dire Luca Caprai, imprenditore dei braccialetti di macramè conosciuti evenduti in tutto il mondo.Per ora la storia rimane in stand by, in attesa di due risposte, quella di Ricci e di Caprai.
Il Pd invece è un passo più avanti, la discussione riguarda le candidature a consiglieri e la lotta è veramente accesa per un posto in lista. I papabili sono tanti, tra vecchi e nuovi, ma il ragionamento che andrebbe fatto è tra chi ha i voti e chi non li ha perché le rendite di posizione non sono più ammesse. Anche se pare che qualcuno sia andato fino a Roma per stringere un accordo e mettere il cappello perfino su un assessorato. Ma questa può apparire fantapolitica e allora meglio attenersi ai fatti, la guerra sulle candidature, e registrare le indiscrezioni che sfiorano anche la segreteria regionale dal momento che Giacomo Leonelli è intenzionato più che mai a scendere in campo. Infine ci sono i grillini che viaggiano spediti e in coerenza, a cui va il plauso di concepire la politica dal basso, non per nulla si considerano sempre cittadini e poi aggiungono l'eventuale carica istituzionale. A tal proposito concludiamo con le parole del vescovo di Assisi Domenico Sorrentino che aprendo i lavori della scuola di formazione "Giuseppe Toniolo" ha testualmente detto: "La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune".
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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