venerdì 9 gennaio 2015

Quella strage non è un gesto isolato

Editoriale Radio Onda Libera del 9 gennaio 2015

Dopo la strage di Parigi di mercoledì e mentre continua la gigantesca caccia ai killer che hanno assaltato la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo uccidendo 12 persone, nella giornata di ieri si sono susseguiti in tutte le prefetture di Italia vertici e riunioni per intensificare le misure a tutela degli obiettivi sensibili. Anche a Perugia su disposizione del prefetto si è tenuta la riunione del comitato per la sicurezza con le forze dell'ordine ed è stato disposto un immediato innalzamento del livello di attenzione a fini di prevenzione.
E' stato predisposto un piano finalizzato a individuare e controllare gli obiettivi che potrebbero essere più a rischio. Consolati e luoghi simbolo della religione potrebbero essere tra gli obiettivi sensibili, che dopo il massacro di Parigi saranno sorvegliati in maniera più frequente rispetto al passato. O almeno fin quando non si abbasserà un po’ di stato d’allerta. Sono stati inoltre rafforzati i dispositivi di vigilanza e controllo verso le categorie di obiettivi riconducibili alla Francia e agli altri Paesi esposti a rischio di atti di matrice jihadista.
Nella giornata di ieri le comunità musulmane presenti in Umbria, ma diremmo non solo, anche quelle presenti in tutto il mondo, hanno condannato l'attentato di Parigi definendolo un gesto vile e ignobile, prendendo le distanze in modo netto e assoluto: non rappresenta l'Islam, né l'insegnamento del Corano né quello del profeta Maometto.
Fanno bene, e ci mancherebbe altro che i musulmani onesti non facessero e dicessero queste cose. Ma la realtà che non dobbiamo perdere di vista è che questi signori ammazzano in nome di un Dio, in nome di una religione e questo spaventa, preoccupa. Basta scorrere le immagini delle migliaia e migliaia di persone scese in piazza a Parigi e nelle altre capitali europee per difendere la democrazia, la libertà. Basta leggere i sondaggi e le dichiarazioni della gente comune che non nasconde di avere timore di un attentato anche in Italia. E' vero che non bisogna generalizzare e non bisogna criminalizzare e dire che tutti i musulmani sono terroristi, ma è altrettanto vero che quello di Parigi non può essere considerato un gesto isolato, ma a nostro avviso è l'iceberg di qualcosa di più profondo, di una guerra tra civiltà, tra culture, tra religioni. Da non sottovalutare e di cui aver paura.


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