domenica 25 gennaio 2015

Pensioni d’oro e vitalizi:
note stonate con la crisi

Il punto del direttore del 25 gennaio 2015

I latini dicevano "pecunia non olet". Il denaro non puzza. E’ proprio vero, checché se ne dica. Tale locuzione si addice a pennello a due casi accaduti nella nostra regione in cui la politica come al solito ha la sua parte di responsabilità. Partiamo dalla vicenda di Mario Cartasegna, l’ex avvocato del Comune di Perugia che grazie ai contratti stipulati con la precedente amministrazione può godersi una super pensione d’oro. D’oro? Macché, forse è meglio dire di platino. Visto che si intasca qualcosa come 650mila euro l’anno, centesimo più centesimo meno.
Una cifra impressionante e tanto per fare qualche paragone, il doppio di Obama, il triplo della Merkel. Il caso Cartasegna è uscito mesi fa sulle cronache locali, ora anche su quelle nazionali, e l'Inps ha deciso di intervenire congelando l’ennesimo ritocco. Certo, pure l’Inps non brilla in fatto di prontezza di riflessi.
Il secondo caso riguarda Mario Capanna, ex leader dei sessantottini e di Democrazia proletaria, che si è dimesso da presidente del Corecom dell’Umbria per non perdere il vitalizio ottenuto come consigliere regionale della Lombardia. Capanna ha fatto ricorso contro il taglio del vitalizio, sostenendo che non è giusto perdere un “diritto acquisito”. Sarà anche come dice lui ma il vitalizio è uno dei tanti privilegi di cui gode da anni la Casta, quella stessa Casta contro cui il buon Capanna si batteva anni fa nel nome di certi ideali e valori.
Di fronte a queste due storie che sanno di scandaloso, che spingono verso l’indignazione considerati i tempi in cui viviamo, c’è da dire che i due personaggi citati non hanno fatto nulla di illecito. Si sono solo guardati i fatti propri, o meglio le tasche proprie. Il problema è a monte e ci piacerebbe che certi interrogativi non rimanessero senza risposta. Per esempio chi ha pensato di fare all’avvocato Cartasegna un contratto così vantaggioso per lui (e non per le casse del Comune)? O ancora perché nessuno ha controllato le clausole dell’accordo? Possibile che i responsabili di certi pastrocchi siano sempre ignoti e peggio ancora sempre impuniti? Chi amministra in questo modo la cosa pubblica dovrebbe essere cacciato a calci nel sedere e allontanato per sempre dalla politica. A proposito del vitalizio, si è detto e scritto di tutto. Perché è un trattamento che riguarda diverse categorie di politici, alcuni dei quali hanno occupato la poltrona solo per portare a casa laute indennità e come se non bastasse anche generose pensioni per aver fatto il proprio dovere. La difesa di questo privilegio è vergognoso quanto continuare a prevederlo nel nostro ordinamento. Ed è più brutto quando a pensare al proprio portafogli è chi un tempo ha fatto ben altre battaglie.
Un altro stile quello di Claudio Carnieri, presidente dell’Aur (Agenzia Umbria Ricerche) che in osservanza del divieto di cumulo tra vitalizio ed emolumento ha rinunciato al secondo ma continuando a svolgere fino al termine del mandato il suo ruolo. Rispetto a queste vicende di cospicue indennità e pensioni da nababbi, ci sono altri eventi speculari e degni di essere riportati, a cominciare dalla spending review che vuole adottare Papa Bergoglio a proposito del taglio delle diocesi in tutt’Italia. Il Pontefice sostiene che la struttura della Chiesa non regge, è anacronistica, e quindi via con la cancellazione di ben 36 sedi vescovili, tra cui alcune blasonate come quella di Assisi. Una rivoluzione coraggiosa che se portata a termine scatenerà molti mal di pancia.
La situazione non è delle migliori, le famiglie faticano ad arrivare a fine mese, i rapporti sulla povertà segnalano punte massime di indigenti, gli uffici della Caritas sono affollati come non mai. A conferma di ciò una notizia pubblicata in settimana che rischia di diventare routine. Una donna rovista in un cassonetto dell’immondizia situato vicino a un supermercato a pochi chilometri da Perugia in cerca di qualcosa da mangiare. Che dire? Non ci sono parole per esprimere l’immensa ingiustizia quando c’è chi guadagna centinaia di migliaia di euro di pensione o usufruisce di privilegi indecenti e c’è chi non ha i soldi per mettere qualcosa sotto i denti.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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