E' la settimana decisiva, questa, per la presidenza della
Repubblica, per l'elezione del successore di Napolitano al Quirinale.
Probabilmente alla fine della settimana, il Parlamento in seduta comune procederà alla
votazione decisiva. Intanto si fanno serrati gli incontri tra i partiti per
individuare un nome condiviso, che stia bene a tutti. E questa è la grande
impresa soprattutto pensando alle divisioni e ai diktat incrociati.
Da registrare il leader di Sel Vendola, che proprio ieri
ha sferrato un attacco pesante al premier Renzi e al patto del Nazareno con
Berlusconi; in merito al Quirinale ha detto che il presidente deve essere il
garante della Costituzione non di un patto scellerato. Ma se Vendola attacca, sul Quirinale il Movimento 5
Stelle torna a lanciare una sfida al Pd: "Noi abbiamo deciso di mettere al
centro di questa scelta i cittadini. Chiediamo i nomi al Pd. Loro fanno quattro
nomi e quello più votato (dalla rete, ndr) noi lo voteremo già al primo
scrutinio".
Alla ricerca dell'accordo, il Pd cerca di evitare
spaccature. Un largo consenso sul nome del prossimo presidente della Repubblica
rafforzerebbe anche Renzi perché la minoranza del suo partito, dopo quanto
visto sulla legge elettorale, è più agguerrita che mai. Chiede di discutere, di
ragionare su criteri per scegliere un presidente che rappresenti e garantisca
autonomia e autorevolezza.
Anche sull'altro fronte, in casa di Firza Italia, le
tensioni non mancano. A farsi sentire è Fitto, il capo dell'opposizione, che
rifiuta l'obbedienza e il voto alla cieca. E pure lui auspica un presidente
autorevole e autonomo e, aggiunge, non di sinistra. Naturalmente Fitto non
risparmia critiche al patto del Nazareno e all'accordo Con Renzi.
Questo il quadro della situazione presa dalla partita del
Quirinale. Ovviamente i nomi impazzano e per ora sono sempre i soliti, da Prodi
ad Amato, dalla Finocchiaro a Mattarella. Vedremo se nelle prossime ore, nei
prossimi giorni ,i nostri leader saranno capaci di scegliere il nuovo Capo dello
Stato dopo la pessima figura di quasi due anni fa quando supplicarono
Napolitano di rimanere ancora un po'.
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