Editoriale Radio Onda Libera del 20 gennaio 2015
Le partite della politica sono diverse, ci sono quella del Quirinale, quella della legge elettorale, quella della spaccatura del Pd. Le tre questioni sono intimamente legate, questo è chiaro e lo capisce anche un bambino.
Sulla prima impazza il toto candidati, i nomi si sprecano e si bruciano. Inutile fare previsioni. Del resto manca ancora una decina di giorni prima delle votazioni.
Ma la scadenza del Capo dello Stato è importante, basta ricordare quello che successe due anni fa quando il parlamento sprofondò in un'impasse senza precedenti e solo la rielezione di Napolitano consentì di uscirne, o meglio di raddrizzare la situazione. Il rischio di una condizione simile è forte se si leggono le dichiarazioni di oggi dei politici, soprattutto del Pd. Un partito spaccato per le primarie in Liguria, che hanno convinto uno come Sergio Cofferati, padre nobile del Pd, ad andarsene. E' spaccato anche per una minoranza agguerritissima che non vuole votare la legge elettorale, l'Italicum, che poi non è altro che il frutto del Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi.
Il premier è molto arrabbiato con Gotor e compagnia bella; il rischio che l'Italicum si fermi, o addirittura venga modificato facendo saltare il patto del Nazareno alla vigilia del voto per il Quirinale, esiste. E se ciò dovesse succedere Renzi mette sul tavolo il voto anticipato. I dissidenti pensano però che si tratti di un'arma spuntata, una rivoltella scarica perché le elezioni non convengono neppure al presidente del Consiglio, il cui consenso è calato di molto dalle scorse europee. E poi non è sicuro che con questo sistema torni a palazzo Chigi.
Oggi comunque è la giornata della verità. Se gli emendamenti all'Italicum al Senato non passano la legge avrà vita facile, così come la politica e anche e soprattutto il governo. Altrimenti la situazione si ingarbuglia e tutti gli scenari sono possibili.
A proposito, tra qualche minuto è fissato l'incontro tra Renzi e Berlusconi per un aggiornamento del patto del Nazareno. Staremo a vedere cosa succederà.
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