martedì 2 settembre 2014

Ecco perché non farò la doccia gelata

Il punto del direttore dell'1 settembre 2014

Non accetterò di fare la doccia gelata. Ringrazio per la nomination presa in prestito dal Grande Fratello ma rifiuto di accodarmi. Voglio spiegare in sintesi il rifiuto di fare un gesto che ideato per una nobile causa, raccogliere fondi per la Sla, ha contagiato anche in buona fede personaggi famosi e comuni mortali. 
A mio avviso le secchiate d'acqua sono la variante della torta in faccia, sono diventate una moda, un tormentone estivo tipo la canzone del pulcino pio pio. Ingigantite dalla diffusione in rete di immagini o video che sembrano postati solo per esibizionismo. Insomma non mi adeguerò alla gavettoni-mania che sta impazzando nel mondo perché ritengo che la beneficenza sia una cosa seria e non vada ridicolizzata con un secchio di acqua gelata e l'inserimento in tempo reale dell'immagine in internet tramite social. Non credo che la solidarietà abbia bisogno di spot del genere che assurgono in alcuni casi a vere e proprie buffonate, ha bisogno al contrario di sostegno, di finanziamenti, di atti concreti e soprattutto continui. Poi chi fa beneficenza non ha interesse a farlo sapere, lo fa in silenzio e basta. E lo fa aprendo il portafogli e non il rubinetto.
A tal proposito propongo a chi si è sottoposto alla doccia gelata di postare oltre al video con i capelli bagnati e il secchio d'acqua anche quello dell'assegno versato. E' soltanto la mia opinione, sicuramente c'è chi la pensa diversamente e la ritiene un'idea azzeccata e anche simpatica ma a me personalmente le catene di Sant'Antonio non sono mai piaciute, e lo dico senza spocchia ma a bassa voce, figuriamoci le catene che racchiudono anche la spettacolarizzazione. Preferisco seguire le parole del Papa che in un tweet ha scritto "Un cristiano sa dare. La sua vita è piena di atti generosi – ma nascosti – verso il prossimo". 

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