lunedì 15 settembre 2014

Le imprese soffronto,
la politica vivacchia

Il punto del direttore del 14 settembre 2014

La mente umana, si sa, è uno dei misteri più complicati del mondo. Quando scatta qualcosa, può essere questione di un nanosecondo, avviene velocemente un corto circuito che manda in tilt tutto, compresi gli affetti veri. E così può spegnersi una vita. Di fronte alla notizia di una persona che arriva a questo punto le parole sono inutili e se pronunciate suonano stonate e fuori luogo. Di solito la cronaca riserva un piccolo spazio ai suicidi, a quei gesti di disperazione che lasciano senza risposta mille interrogativi. E’ una forma di rispetto verso chi non riuscendo a vedere la luce, versa in uno stato di fragilità profonda e decide di porre fine all’esistenza. Ma in certi casi la notizia diventa più di una “breve” perché il personaggio che firma il gesto estremo è molto conosciuto, apprezzato in diversi ambienti del territorio regionale, come Roberto Prosperi.
Brillante imprenditore, attivissimo nel difendere la categoria e sempre in prima linea nelle battaglie e nelle idee. Un pomeriggio di venerdì ha deciso di stringersi attorno al collo un laccio, lasciando sbigottiti e affranti tutti coloro che lo conoscevano. Non sapremo mai quali sono stati i pensieri che lo hanno spinto e accompagnato in questo viaggio senza ritorno. Ma sappiamo che la sua opera resterà nel tempo insieme al dolore per la scomparsa.Roberto Prosperi sentiva profondamente il momento di difficoltà che l’economia sta attraversando e non si tirava indietro nell’impegno e nella responsabilità di rappresentare la categoria e anche nel portare avanti progetti e proposte per creare un po’ di sviluppo in più in questa regione. Soffriva i morsi di una crisi che non perdona nulla e nessuno, anzi continua a falcidiare aziende e vite. Nel 2013 ogni due giorni e mezzo una persona si è suicidata per ragioni legate a una condizione di debolezza economica. Anche in Umbria negli ultimi tempi sono state troppe le vite spezzate per colpa e a causa della crisi. Lo ha ricordato con parole forti il cardinale Gualtiero Bassetti nella sua lettera pastorale dal titolo “Missione e conversione spirituale” presentata al clero proprio venerdì pomeriggio. Lo ha gridato Papa Francesco quando ha detto che “il lavoro è dignità” incontrando i lavoratori delle acciaierie di Terni. E’ questa l’occasione giusta per parlare della situazione di grande incertezza e preoccupazione in cui versa la regione, soprattutto all’indomani del rapporto di Unioncamere. E lo facciamo in punta di penna, a bassa voce, per non urtare suscettibilità e non cadere nei luoghi comuni. Allora, la fotografia scattata è impietosa, non lascia spazio a interpretazioni o “letture” soggettive e i numeri sono implacabili e netti. Nel secondo trimestre del 2014 c’è stato un calo di ordinativi, fatturato e produzione per le imprese manifatturiere e commerciali. Senza addentrarsi, perché già noti, nei meandri delle percentuali e dei segni meno, va assolutamente detto che chi ha il dovere di intervenire intervenga. La politica, in questo caso, ha l’obbligo morale di fare qualcosa, di soccorrere le aziende che annaspano, di prevedere efficaci strumenti di sostegno, di aiutare a creare lavoro per chi lo cerca e a reinserire chi lo ha perduto, di mobilitarsi nello scongiurare la chiusura di altre imprese e l’ufficializzazione di altri elenchi di disoccupati. Insomma, la politica si metta una mano sulla coscienza e si renda veramente conto di quello che sta succedendo. La smetta di organizzare convegni e forum dove si parla dei massimi sistemi e non dei problemi concreti della gente. La smetta di vivacchiare pensando solo a come perpetuare le poltrone di palazzo in palazzo e non al bene comune. La smetta di essere cieca, sorda e muta di fronte al tormento di più di una generazione a cui è stata strappata la speranza di un futuro.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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