venerdì 26 settembre 2014

Messaggi di sangue e di violenza

Editoriale Radio Onda Libera del 25 settembre 2014

Da qualche settimana per televisione compaiono immagini agghiaccianti di terroristi che decapitano soldati, giornalisti, cooperanti e ora anche un turista francese, uno che con la guerra non c'entra assolutamente nulla. L'uccisione dell'uomo è stata documentata in un video intitolato "Messaggio di sangue per il governo francese". Il gruppo jihadista algerino "Jund al-Khilafa", alleato dello Stato islamico che imperversa tra Siria e Iraq e si trova da alcuni giorni sotto i bombardamenti di forze Usa e dei Paesi arabi, ha rivendicato il sequestro (avvenuto domenica sera a Tizi Ouzou, 110 chilometri ad est di Algeri, in Cabilia) e l'uccisione del turista, Hervè Goudel, 55 anni, sposato e padre di due figli.
Un assassinio crudele, come quelli già visti e diffusi. Il turista è stato decapitato in Algeria secondo le stesse modalità usate da Isis con i due americani e il britannico. Prima ha rivolto un appello al governo francese di fermare i raid in Iraq avvertendo che in caso contrario sarebbe stato ucciso. Nessun ricatto. La risposta dura della Francia. E così la decapitazione.
L'uomo in ginocchio davanti a quattro miliziani col viso coperto, la lettura della condanna a morte, l'annuncio in arabo delle motivazioni e il boia che procede. Poi la testa in mano a testimoniare che è stato giustiziato. Immagini forti, scioccanti, che sconvolgono perché ci fanno toccare il grado di atrocità a cui si può arrivare, nel nome di una guerra che è di lotta per la supremazia di una cultura, di una mentalità e di una religione, di una visione del mondo su un'altra, quella islamica su quella occidentale.
Ma stavolta è diverso perché quel turista francese, un alpinista andato a fare trekking in Algeria, poteva essere uno di noi. Questa volta, come dicevamo all'inizio, non hanno tagliato la testa a un soldato, a un giornalista o a un volontario: qualcuno che avesse a che fare con la guerra. Per la prima volta, i terroristi hanno preso uno che passava da quelle parti, lo hanno macellato come un simbolo dell'Occidente in un rito di un'efferatezza unica e terribile.
Quel video, quelle immagini obbligano a riflettere, ad allargare il pensiero oltre i nostri confini e le nostre problematiche, per quanto importanti, e magari anche a un impegno contro la barbarie della guerra, del terrorismo.


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