mercoledì 24 settembre 2014

La vergogna dei vitalizi

Editoriale Radio Onda Libera del 22 settembre 2014

I vitalizi d'oro, quelle pensioni inventate per chi ha fatto politica che rappresentano uno scandaloso privilegio, costano 170 milioni l'anno e i bilanci delle Regioni non reggono più. Non è una novità, lo sapevamo da sempre. Ma qual è la notizia oggi? E' che il sottosegretario Zanetti ha presentato una proposta di legge proprio contro i baby pensionati della politica. Era ora, potremmo dire. Ma entriamo nel merito.
Il vitalizio si chiama così perché si tratta di un assegno staccato per tutta la vita ed è meglio delle pensioni perché non è sottoposto ai requisiti e ai vincoli del trattamento pensionistico. Finisce in tasca a chi è stato anche per pochissimi tempo consigliere regionale senza che abbia i limiti anagrafici per l'accesso alla pensione, limiti stabiliti per tutti gli altri comuni mortali. E se prima era soltanto uno scandaloso e indecente privilegio, ora rischia di far saltare i conti e le casse delle Regioni.
I nuovi baby pensionati, qualcuno è appena cinquantenne, sono il prodotto della legislazione decentrata e studiata dai legislatori regionali per se stessi. E ciascun Consiglio, un po' come nel caso dei rimborsi per i gruppi, quelli che ha permesso la vergogna dei Batman o di chi comprava Nutella e indumenti intimi con i soldi pubblici, ha fatto come voleva, pensando come al solito ai propri interessi più che a quelli di una comunità. Ogni anno i quasi 3.200 vitalizi pesano sui bilanci regionali per circa 170 milioni. Solo un po' meno di quanto costa (circa 200 milioni) al Parlamento nazionale sostenere gli ex onorevoli, che contro qualche recente ritocco ai vitalizi hanno peraltro presentato più di venti ricorsi per nulla destinati all'insuccesso.
Ormai ci sono Regioni in cui le uscite per pagare i vitalizi agli ex consiglieri (o agli eredi) superano il costo dei consiglieri in carica. Che dire? Che commenti fare? Uno solo ci sorge spontaneo. E cioè che si tratta di una vergogna, l'ennesima vergogna di questo Paese e di questa politica.


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