mercoledì 24 settembre 2014

Riforme impossibili se il freno è tirato

Editoriale Radio Onda Libera del 18 settembre 2014

La politica si trova in pieno stallo, in piena impasse. Il Parlamento non riesce a eleggere i rappresentanti alla Corte costituzionale e al Consiglio superiore della magistratura. E il motivo è perché non c'è intesa tra i partiti, quindi si susseguono e si incrociano veti e diktat, ricatti e tradimenti. Non è bastato l'intervento del presidente della Repubblica che esige l'accordo, nonostante l'ennesimo vertice tra Berlusconi e Renzi per salvare il salvabile.Il Parlamento risponde con il dodicesimo schiaffo agli avvertimenti e alle trattative: ancora non c’è l’accordo per l’elezione dei due giudici costituzionali e dei due membri laici del Csm. Oggi, tra mezz'ora, si riprova a sbloccare la paralisi istituzionale. Ma la situazione è ingarbugliata il giusto. E non solo per quello che sta accadendo in aula, ma a nostro avviso per quello che sta succedendo nei partiti.
I politici dalla mattina alla sera parlano, parlano, si riempiono la bocca dell'argomento riforme, le benedette riforme da approvare al più presto perché altrimenti il Paese non esce dalla crisi. In ogni intervista, sui giornali e per televisione, ogni politico di qualsiasi partito non fa altro che elencare quello che bisogna fare, e puntualmente non si fa nulla. E la situazione peggiora, gli indici economici girano sempre verso il basso, la disoccupazione aumenta, e non si vedono schiarite all'orizzonte.
Insomma pare la solita solfa, e il timore, e lo diciamo a bassa voce, è che questo governo che avrebbe dovuto firmare il cambiamento, rottamare il vecchio e portare una ventata di novità, di modernità, di nuova e soprattutto buona politica, stia camminando con il freno tirato. Quando il Paese avrebbe bisogno di accelerare, di non restare immischiato nelle pantomime della vecchia politica e cattiva politica. E' soltanto un timore, il nostro, pronti a essere smentiti con piacere.

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