mercoledì 24 settembre 2014

Bagnasco e un appello da ascoltare

Editoriale Radio Onda Libera del 23 settembre 2014

Chiesa e politica, economia e morale.  Prendiamo spunto dalle parole del cardinale Bagnasco, capo dei vescovi italiani, che alla ripresa dei lavori della Cei ha rivolto un appello a tutti i responsabili della cosa pubblica, a coloro che hanno risorse finanziarie o capacità imprenditoriali, di fare rete "super partes". "La gente - ha spiegato - è stremata e non può attendere oltre. Il disagio, lo si sa, più perdura e più lascia il segno negli animi".
Bagnasco ha usato toni forti nel rappresentare la situazione: "L'occupazione difficile e il fisco predatorio, la burocrazia asfissiante e la paura diffusa di fare passi sbagliati, tutto concorre a non creare lavoro nei vari settori del pubblico e del privato, non stimola l'inventiva, non trattiene i giovani nel Paese. Questi, come emigranti forzati, forti della loro intelligenza e preparazione, tentano la fortuna altrove".
Il presidente della Cei ha anche aggiunto che "come pastori dobbiamo testimoniare che serpeggia una depressione spirituale che non solo fa soffrire chi ha perso il lavoro o i giovani che non l'hanno ancora trovato, ma che debilita le forze interiori e oscura il futuro".
Fin qui la sintesi del discorso di Bagnasco. Ma come non sposare in pieno le parole del cardinale quando sottolinea che la gente non ce la fa più, che la mancanza o la perdita del lavoro annienta qualsiasi speranza, che le famiglie sono toccate profondamente dalla crisi, che gli anziani campano male, che ai giovani non resta la fuga. E se la Chiesa usa queste parole per rappresentare la situazione attuale vuol dire che ha gli strumenti, gli indicatori per capire il grado, alto, di malessere che regna nelle comunità. Basti pensare solo al lavoro prezioso sul territorio che fanno le Caritas, a cui una volta si rivolgevano esclusivamente gli stranieri e che oggi invece accolgono cittadini italiani, anche di classe media, che non riescono ad andare avanti.
Speriamo che la classe dirigente non sia sorda alle parole di Bagnasco, speriamo che i politici facciano realmente qualcosa, a cominciare da quelle riforme per creare lavoro, perché altrimenti il declino sarà inarrestabile.


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